"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

3 settembre 2007

I venditori di sangue trovano un mercato di nicchia a Baghdad

Fonte: IRIN

BAGHDAD, 3 September 2007 Mentre il Centro Nazionale Iracheno per la Donazione del Sangue (Iraqi National Centre for Blood Donation - INCBD) chiede agli iracheni di donare il sangue per far fronte alla sempre maggior domanda, coloro che vogliono vendere il proprio sangue si riuniscono negli ospedali sperando di guadagnare qualcosa. E, tra essi, coloro che offrono un sangue di tipo raro hanno più possibilità. "In molti casi famiglie disperate cercano i venditori di sangue che si possono trovare nei pressi dell’ospedale e del maggior centro trasfusionale di Baghdad. " dice Abdallah Farhan Ahmed, chirurgo al Medical City Hospital. “I tipi di sangue più rari sono i più cari e noi non possiamo obbligare la gente a donarlo.”

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Ahmed dice che gli “agenti” offrono sangue anche davanti la sede dell’INCBD. Chiedono 20/30 $ ogni 350 ml. In un paese dove, secondo il Ministero degli Affari Sociali e del Lavoro, la disoccupazione supera il 38%, la vendita di sangue per molti è un’opzione allettante.
“Ho bisogno di dar da mangiare alla mia famiglia, ed altri hanno bisogno di sangue per salvare la vita dei loro cari, è uno scambio equo. Vengo qui ogni mese a vendere il mio sangue. So che dovrei farlo meno frequentemente ma sono disoccupato e la mia famiglia ha bisogno di mangiare” dice un venditore di sangue che preferisce rimanere anonimo.
La continua violenza a Baghdad ha mantenuto alta la richiesta di sangue: “L’aumento della violenza in Iraq ci ha impedito di fare scorte” dice Maruan Haydar, un dirigente del Ministero della Salute, “chiediamo tutti i tipi di sangue, e specialmente quello di tipo raro come AB o 0.”
Ahmed ha riferito ad IRIN che per almeno un intervento su cinque c’è bisogno di una trasfusione, e che in molte occasioni si sono dovuti posporre degli interventi per l’indisponibilità del sangue necessario.
“Interveniamo solo in casi di emergenza. Gli interventi all cuore ed la cervello vengono rimandati finché il sangue è disponibile, ed a volte ci vogliono più di due settimane” dice.

Area pericolosa


Secondo Haydar, dal gennaio 2006 il numero di donatori è diminuito con l’aumentare della violenza nel distretto di Bab-al-Muadham, dove si trova la sede dell’INCBD.
“Il centro si trova in una delle zone più pericolose della capitale e la gente ha paura di andarci per donare il sangue, ma noi dobbiamo continuare a fare gli appelli” dice, “abbiamo chiesto al Ministero degli Interni di rafforzare la sicurezza nel distretto così che la gente possa donare il sangue in sicurezza, ma la presenza di diverse milizie ha diffuso la paura.”
Il centro ha fatto molti appelli per la donazione nei passati tre anni, ma secondo alcuni funzionari il problema ora è grave.
Abu Muhammad Farez, 41 anni, ha donato sangue al centro nei passati otto anni, ma ha riferito ad IRIN che (quella) sarebbe stata l’ultima volta a causa della mancanza di sicurezza.
“Per raggiungere il centro sono stato fermato ai posti di controllo dalle milizie e dalla polizia locale. Dato che ho la barba lunga mi hanno accusato di essere un sostenitore degli insorti” dice Farez, "so che è ridicolo, ma non credevano che qualcuno potesse essere lì per aiutare altri iracheni e non per ucciderli.”
“Purtroppo smetterò di donare il sangue finché non mi sentirò abbastanza sicuro per tornare al centro.”