Fonte: SIR
E' un paese verso la divisione, l’Iraq di oggi, segnato da violenze settarie, affossato da un’economia che stenta a decollare, e a rischio di epidemia di colera. E nonostante le istituzioni parlino di “progressi tangibili” sul fronte della sicurezza le comunità cristiane vengono perseguitate e minacciate. E’ in sintesi quanto afferma, in un’intervista al Sir (domani on line su agensir.it) l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako. “E’ vero che c'è un miglioramento seppure limitato – dice Sako - ma la violenza è sempre forte e i conflitti settari sono gravi e continueranno. L'Iraq sta andando verso la divisione. I curdi hanno già la loro autonomia, gli sciiti si stanno organizzando e lo stesso stanno facendo i sunniti arabi. In questa situazione i cristiani sono isolati praticamente e psicologicamente, costretti ad emigrare verso Nord o verso la Siria”. Tuttavia spiega l’arcivescovo la Chiesa non rinuncia a parlare di riconciliazione: “La chiesa può giocare un ruolo di ponte e di dialogo”. In merito ad un ritiro graduale delle truppe Usa dall’Iraq Sako non ha dubbi: “con tutti i sacrifici che gli americani hanno fatto, non lasceranno l'Iraq. Hanno un’agenda e piani per rimanere qui per sempre. I conflitti e le ambizioni regionali stanno peggiorando progressivamente. Come si può pensare che gli americani lascino campo libero?”.
E' un paese verso la divisione, l’Iraq di oggi, segnato da violenze settarie, affossato da un’economia che stenta a decollare, e a rischio di epidemia di colera. E nonostante le istituzioni parlino di “progressi tangibili” sul fronte della sicurezza le comunità cristiane vengono perseguitate e minacciate. E’ in sintesi quanto afferma, in un’intervista al Sir (domani on line su agensir.it) l’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako. “E’ vero che c'è un miglioramento seppure limitato – dice Sako - ma la violenza è sempre forte e i conflitti settari sono gravi e continueranno. L'Iraq sta andando verso la divisione. I curdi hanno già la loro autonomia, gli sciiti si stanno organizzando e lo stesso stanno facendo i sunniti arabi. In questa situazione i cristiani sono isolati praticamente e psicologicamente, costretti ad emigrare verso Nord o verso la Siria”. Tuttavia spiega l’arcivescovo la Chiesa non rinuncia a parlare di riconciliazione: “La chiesa può giocare un ruolo di ponte e di dialogo”. In merito ad un ritiro graduale delle truppe Usa dall’Iraq Sako non ha dubbi: “con tutti i sacrifici che gli americani hanno fatto, non lasceranno l'Iraq. Hanno un’agenda e piani per rimanere qui per sempre. I conflitti e le ambizioni regionali stanno peggiorando progressivamente. Come si può pensare che gli americani lascino campo libero?”.
MGR. SAKO (KIRKUK), “COUNTRY ABOUT TO SPLIT”
A country about to split is today’s Iraq, exhausted by sectarian violence, sunken by an economy that has trouble taking off, and risking a cholera epidemic. And, even if the institutions speak of “tangible progress”, in terms of security the Christian communities are persecuted and threatened. This is briefly what has been stated, in an interview with SIR (online tomorrow at su agensir.it), by the archbishop of Kirkuk, mgr. Louis Sako. “It is true that there is some improvement, although small – says Sako –, but violence is still rife, and sectarian conflicts are serious and will go on. Iraq is about to split. The Kurds already have their independence, the Shiites are getting geared for that, and the Arab Sunnis are doing the same. In these circumstances, Christians are practically and psychologically isolated, forced to migrate north or to Syria”. However, explains the archbishop, the Church does not fail to speak of reconciliation: “The Church can act as a bridge and promote dialogue”. As to the gradual withdrawal of the US troops from Iraq, Sako has no doubts: “with all the sacrifices the Americans have made, they will not leave Iraq. They have an agenda and plans to stay here forever. Conflicts and regional ambitions are progressively getting worse. How can we think the Americans will ever retreat?”.