MISNA
IRAQ 2/9/2006
CONTATTO TELEFONICO CON SACERDOTE CALDEO RAPITO, MA ANCORA NIENTE RILASCIO
“Sono padre Sirop, sto bene in salute e sono nelle mani degli uomini che mi hanno rapito”: queste le poche parole che padre Saad Sirop Hanna, il sacerdote cattolico della Chiesa caldea rapito il 15 agosto scorso alla periferia sud di Baghdad, ha potuto dire al telefono al Patriarca di Babilonia, monsignor Emmanuel Dellly III. Lo ha detto alla MISNA lo stesso Patriarca contattato poco fa a Baghdad, precisando che la conferma che dall’altra parte del telefono vi fosse proprio il sacerdote della sua Chiesa l’ha avuta quando l’interlocutore ha ricordato il tema della sua tesi di laurea.
“Lo aspettiamo da 7 giorni, ma ancora niente” ha aggiunto alla MISNA monsignor Delly, precisando che al termine della conversazione avuta con padre Sirop i rapitori avevano assicurato al Patriarca che avrebbero rilasciato l’ostaggio immediatamente. “È esattamente da una settimana che non ho più sue notizie. Speriamo che lo lascino andare il prima possibile e speriamo che non lo uccidano” ha detto il Patriarca caldeo. Secondo un deputato iracheno, il sacerdote caldeo, non si troverebbe più nelle mani del gruppo che lo aveva sequestrato oltre due settimane fa, ma sarebbe già stato “passato” ad altre formazioni. Nella sua telefonata, che comunque risale esattamente a sabato scorso, padre Sirop ha esplicitamente affermato di essere “nelle mani degli uomini che mi hanno rapito”. Indiscrezioni raccolte in ambienti religiosi, e che il Patriarca non ha confermato, sostengono che nel corso degli ultimi contatti i sequestratori avrebbero anche avanzato non meglio precisate “richieste politiche”.
In precedenti contatti i sequestratori di padre Hanna avevano avanzato la richiesta di un “ingente” riscatto, come la MISNA aveva appreso da fonti religiose contattate a Baghdad, senza precisare ulteriormente l’ammontare della cifra. Lo stesso Patriarca aveva confermato la cosa: “Vogliono soldi. Non so quanti. Ma chi ha preso padre Hanna non ha neanche la minima idea del fatto che la Chiesa Caldea è una Chiesa missionaria che segue i suoi fedeli quando emigrano nel mondo e che vive delle donazioni e della generosità dei suoi fedeli” aveva precisato alla MISNA monsignor Delly il 22 agosto scorso.
Secondo le testimonianze raccolte a pochi giorni dal sequestro, il rapimento del padre caldeo (che ai primi di settembre sarebbe dovuto arrivare in Italia per terminare un dottorato in filosofia) sarebbe stato compiuto da un gruppo ben organizzato, in grado di evadere anche i controlli della sicurezza recentemente predisposti dal governo iracheno proprio intorno al quartiere di Dora (sud di Baghdad) dove il religioso era stato prelevato subito dopo la celebrazione dell'Assunta. Negli ambienti cristiani di Baghdad la notizia del sequestro di padre Hanna continua a suscitare profonda preoccupazione, dal momento che nessuno dei precedenti sequestri iracheni che avevano coinvolto religiosi era mai durato più di 24 ore.[MZ]