"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

20 settembre 2006

Iraq: I commenti del Papa suscitano minacce e condanne

By Kathleen Ridolfo - Radio Free Europe Radio Liberty

Praga. 19 settembre 2006.

I leaders religiosi iracheni sono stati veloci nel reagire alle affermazioni fatte da Papa Benedetto XVI circa i commenti da lui espressi sull’Islam e sulla violenza. Molti dei leaders religiosi hanno affermato che tali commenti hanno minacciato di danneggiare le relazioni tra musulmani e cristiani nel paese.

Secondo quanto riportato dai media internazionali, durante il discorso tenuto il 12 settembre all’Università di Regensburg in Germania il Papa avrebbe inteso affermare che l’Islam fu diffuso con la spada. Nel discorso il Papa ha ripreso una conversazione su Cristianesimo ed Islam avvenuta nel 1391 tra l’imperatore bizantino Manuele II Paleologo ed un dotto persiano.

Una disputa vecchia di secoli

Nel corso della conversazione che ruotava attorno alla questione della fede e della ragione l’imperatore disse al dotto: “Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava.” Affermando che la violenza è incompatibile con la natura di Dio, l’imperatore continuò dicendo: “Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia…”

Il Papa ha poi citato il Professor Theodore Khoury , la sua fonte per il sopracitato dialogo, osservando che mentre la visione bizantina della fede era influenzata dalla filosofia greca e dal concetto di ragione, “…per la dottrina musulmana, invece, Dio è assolutamente trascendente. La sua volontà non è legata a nessuna delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezza.”

Il Papa ha poi proseguito citando l’islamista francese R. Arnaldez “il quale rileva che Ibn Hazm si spinge fino a dichiarare che Dio non sarebbe legato neanche dalla sua stessa parola e che niente lo obbligherebbe a rivelare a noi la verità. Se fosse sua volontà, l'uomo dovrebbe praticare anche l'idolatria.”

Reazione non informata

I brevi commenti del Papa sull’Islam e la Cristianità, estrapolati dal contesto di un discorso di sette pagine, potevano essere facilmente fraintesi come le reazioni dei musulmani in Iraq e nel mondo dimostrano. Il tono di molte di queste reazioni riportate dai media iracheni dimostrano che pochi, forse nessuno, dei leaders iracheni ha letto o ascoltato il discorso del Papa nella sua interezza.

La loro pronta reazione, sottolineata dai media propensi ad enfatizzare le notizie e mettere in luce una divisione tra cristiani e musulmani, persino dove non c’è, contribuisce al già grave stato delle relazioni settarie in Iraq.

Alcuni iracheni intervistati dai canali satellitari iracheni riflettono la reazioni generali del paese. Un certo numero di spettatori si sono dichiarati offesi, pur ammettendo di non conoscere esattamente le parole del Papa.

Più grave è stata comunque la reazione di alcuni leaders iracheni i cui commenti potrebbero potenzialmente minacciare la sicurezza della comunità cristiana irachena, già bersaglio di gruppi di insorgenti nell’era post-Saddam Hussein.

La comunità cristiana aspetta dei chiarimenti

Il 15 settembre il Patriarca Caldeo Emmanuel Delly ha dichiarato alla televisione statale Al-Iraqiyah che le affermazioni del Papa sono state fraintese, ed ha addossato la colpa della crisi all’inaccuratezza dei media.

I capi delle chiese ortodosse irachene hanno da parte loro emesso un comunicato il 16 di settembre in cui chiedono al Vaticano di chiarire le parole del Papa: “Esprimiamo solidarietà ai nostri fratelli musulmani ovunque essi siano, e non accettiamo ciò che è stato detto dal Papa Cattolico sull’Islam e l’invasione dei sentimenti religiosi dei nostri fratelli musulmani.”

Il Consiglio dei Vescovi Cattolici, il 17 di settembre, ha accusato i media di scarsa inaccuratezza ed ha sostenuto il proprio desiderio di più forti relazioni tra le diverse sette irachene.

I capi arabi sunniti vedono la "Guerra Crociata"

La sunnita Muslim Scholar Association il 15 settembre ha pubblicato sul proprio sito internet una dichiarazione secondo la quale le parole del Papa fanno parte di una più ampia “guerra crociata” iniziata dal presidente americano George Bush per “uccidere migliaia di musulmani.” Le parole del Papa “hanno fatto sì che i soldati impiegati in Iraq siano ora convinti di compiere degli atti legittimati” ha dichiarato il gruppo.

Lo stesso gruppo ha inoltre affermato che con le sue parole il Papa incita il terrorismo contro i musulmani, e che Benedetto XVI “non ha una visione completa della storia.”

L’imam sunnita Mahmud Al-Sumaydi’i ha chiesto le scuse del Papa alla nazione islamica e perché non abbia condannato le azioni delle “forze di occupazione” che “hanno dato libero corso alla distruzione nel nostro paese.”

Anche l’Iraqi Islamic Party ha emesso un comunicato il 16 di settembre avvertendo i cristiani di non farsi incitare alla violenza contro i musulmani.

La Kurdistan Islamic Union ha espresso preoccupazione per le conseguenze negative che le parole del Papa potrebbero avere per i cristiani dell’Iraq, mentre Mullah Yasin, che incontrò il Papa lo scorso anno come facente parte di una delegazione del Ministero delle Donazioni di Al-Sulaymaniyah, ha chiesto un’approfondita analisi delle parole del Papa ed il dialogo tra cristiani e muslmani dicendo che: “ La gente non ha bisogno di far chiasso sull’argomento.”

I capi sciiti dichiarano l’attacco alla religione

I capi sciiti sono stati anch’essi critici nei confronti del discorso del Papa. La Imam Ali Foundation che agisce come ufficio di collegamento per lo sciita Grand Ayatollah Ali Al-Sistani a Londra, il 15 settembre ha chiesto al Pontefice di “rettificare la sua posizione attraverso una lettura accurata, chiara e comprensibile dei particolari della religione islamica” aggiungendo che “I seminari islamici – hawzas – sono pronti ad offrirgli l’assistenza necessaria per portare a termine questo compito.” La Fondazione si è anche espressa a favore di una maggior dialogo tra cristiani e musulmani.
In un commento del 16 settembre sul proprio sito internet, il Supreme Council for the islamic Revolution in Iraq (SCIRI) ha affermato che il Papa ha espresso delle “infondate ed ingiuste accuse contro la nostra vera religione islamica.”

Molti studiosi sciiti hanno commentato il fatto per le televisioni irachene, e molti di essi hanno affermato che le parole del Papa sono parte di un più vasto piano per denigrare l’Islam. L’Ayatollah Ahmad al-Hasani al-Baghdadi in un’intervista del 15 settembre ha dichiarato che le parole del Papa hanno sostenuto una recente dichiarazione fatta dal Presidente Bush secondo la quale “..l’Islam ed i musulmani sono fascisti.”

Il religioso Talal al-Sa-idi, sostenitore del religioso sciita Muqtada al-Sadr, ha affermato in un’intervista alla stessa televisione che il Papa ha insultato i cristiani così come i musulmani con le sue parole. Lo stesso giorno l’Ayatollah Husayn al-Mu’ayyad ha dichiarato alla televisione Al-Dyar che le parole del Papa fanno parte di “un più vasto attacco politico e culturale contro l’Islam ed i suoi seguaci nel mondo”

Da parte sua il governo iracheno ha emesso poche dichiarazioni sulla controversia. Il Ministro degli Esteri ha affermato di aver richiamato l’inviato vaticano a Baghdad il 17 di settembre, e di averlo informato di considerare le parole di Bendetto XVI come “inappropriate e dannose” per le relazioni tra musulmani e cristiani. “Sebbene quelle parole e quei commenti non sono state intenzionali, il momento in cui sono state pronunciate era sfavorevole. Esse hanno suscitato il nostro rincrescimento e di conseguenza chiediamo che il Pontefice le chiarisca ufficialmente.”

Gli insorti giustificano la loro guerra

I gruppi di insorti sunniti hanno giurato vendetta contro Roma. Il Mujahedin Army in Iraq il 14 settembre ha dichiarato su internet di non essere sorpreso dal tentativo del Papa di “attaccare e suscitare dubbi sulla religione di Dio.” La storia, secondo questo gruppo mostra che “la cristianità sionista… ed il crociato … sono uno stiletto velenoso ed una spada traditrice,” “..questa gente ci è sempre stata ostile ed alleata con i nostri nemici.” Il gruppo ha giurato che i soldati di Maometto distruggeranno Roma: “Saranno testimoni di un attacco letale al Vaticano che farà piangere il Papa ed i Patriarchi.”

La Iraqi Jihadist League ha dichiarato su internet il 17 settembre che le affermazioni del Papa hanno rivelato la vera natura della religione cristiana e la sua animosità verso l’Islam. La dichiarazione della IJL continua con la dichiarazione secondo la quale l’Esercito di Maometto presto distruggerà il trono del Papa, “scuoterà gli angoli della nostra nazione e mostrerà la prova, che voi ed i vostri predecessori avete nascosto, della validità del messaggio di Maometto.”

Il Mujahedin Shura Council, gruppo affiliato ad Al-Qaeda, ha dichiarato su internet il 18 settembre che le affermazioni del Papa sono state pronunciate a “supporto della guerra crociata” aggiungendo: “Diciamo agli adoratori della Croce: voi ed i Romani avete un appuntamento con la sconfitta… Dio sosterrà i musulmani ed [essi] conquisteranno Roma così come conquistarono Costantinopoli.”

L’Ansar Al-Sunnah Army ha dichiarato separatamente che i cristiani sono impegnati in una guerra santa per distruggere l’Islam. Esso si è appellato ai musulmani perchè lottino contro l’Occidente e giurino che “i nemici di Dio” non “vrdranno di noi altro che la spada.. fino a quando essi non ritorneranno alla religione di Dio.” “Il giorno in cui gli eserciti della vera religione abbatteranno le mura di Roma si sta avvicinando.”

Un passo indietro nelle relazioni?

Mentre molti osservatori potrebbero affermare che poco ci sia da fare per contenere la controversia emersa come risultato delle affermazioni di Papa Benedetto XVI, alcuni potrebbero considerarle come un’opportunità per un più profondo dialogo tra cristiani e musulmani.

I musulmani potrebbero dire che il Papa, come capo della Chiesa Cattolica, avrebbe dovuto almeno essere più cauto nella scelta delle parole. Molti cristiani potrebbero controbattere che il problema non è in loro, ma nell’ipersensibilità dei musulmani che non riescono a considerare una discussione accademica per ciò che è.

Osservatori del Papa e dei suoi precedenti commenti sull’Islam potrebbero affermare che il Papa ha sempre sostenuto forti relazioni con la comunità musulmana. Ha condannato le vignette danesi ed ha invocato spesso il dialogo interreligioso. Gli studiosi noteranno che molte delle osservazioni del Papa sull’attuale stato della cristianità riecheggiano le lamentele espresse dagli studiosi islamici sulla crisi che la propria fede affronta.

Nondimeno la posizione del Papa e della chiesa sarà adombrata, almeno per qualche tempo, dalla percezione da parte di molti musulmani di un allargamento delle divisioni tra le due fedi, una percezione che poggia su eventi storici recenti, inclusi i fatti dell’11 settembre e le guerre all’Afghanistan ed all’Iraq.

Tradotto da Baghdadhope

Per il testo completo del discorso del 12 settembre di Papa Benedetto XVI:
sito ufficiale del Vaticano

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20060912_university-regensburg_it.html