"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

16 dicembre 2015

A Kirkuk sarà giorno festivo anche il 24 dicembre, come segno di “solidarietà con i cristiani”

By Fides

Quest'anno il Natale del Signore per le Chiese che seguono il calendario gregoriano cade di venerdì, giorno festivo anche per i musulmani. Per questo, volendo offrire anche stavolta in maniera pubblica un segnale di solidarietà delle istituzioni e di tutta la società verso i cristiani, il governatore della provincia di Kirkuk, il curdo Necmettin Karim, ha dichiarato che anche giovedì 24 dicembre, vigilia di Natale, sarà giorno festivo, e tutte le istituzioni pubbliche della provincia, comprese le scuole – si legge nel comunicato diffuso dall'ufficio del governatore e pervenuto all'Agenzia Fides – osserveranno una giornata di riposo.
Così – ha sottolineato il governatore – anche i musulmani ptranno far sentire la propria vicinanza ai loro concittadini cristiani. La decisione è stata resa nota lunedì 14 dicembre, in occasione della riunione del Consiglio municipale di Kirkuk. Nel corso dell'incontro – riferiscono le fonti ufficiali del patriarcato caldeo, consultate dall'Agenzia Fides – il governatore ha anche rinnovato l'allarme per l'attività di “gruppi criminali che cercano di diffondere il terrore”.
Kirkuk dista meno di 180 chilometri da Mosul, e fin dal giugno 2014 ha resistito alle offensive e ai tentativi di espansione dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) soprattutto in virtù della protezione assicurata alla città dalle milizie curde Peshmerga. Le forze jihadiste occupano comunque una parte della provincia di Kirkuk, e rimangono a poche decine di miglia dal capoluogo. La situazione sul territorio è resa ancor più intricata dalla presenza nella regione di truppe inviate dalla Turchia con la giustificazione di dover proteggere la locale minoranza turcomanna.