"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

13 marzo 2023

Papa Francesco, 10 anni al fianco dei cristiani perseguitati


In occasione del 10° anniversario di pontificato di Papa Francesco, Aiuto alla Chiesa che Soffre ricorda la vicinanza del Santo Padre ai cristiani che soffrono persecuzioni in tutto il mondo e il suo particolare interesse per il dialogo interreligioso e la difesa della libertà religiosa.
Papa Francesco «si è mostrato anche estremamente interessato al nostro lavoro in ACS. Ricordiamo con affetto e gratitudine l'occasione in cui, nel febbraio 2018, ricevette una delegazione della fondazione che si recò a Roma con Rebecca, una cristiana nigeriana perseguitata da Boko Haram, per ascoltare la sua terribile storia di stupri e sofferenze», afferma Thomas Heine-Geldern, presidente esecutivo di ACS Internazionale. Lo scorso «8 marzo, dopo l'Udienza generale del mercoledì, ha salutato due giovani donne, anche loro molto colpite dal terrorismo islamico nel nord della Nigeria. E come non ricordare le sue parole rivolte alla famiglia di Asia Bibi», incarcerata per 10 anni con false accuse di blasfemia?, aggiunge Heine-Geldern.
Altro esempio della sollecitudine di Francesco per chi è perseguitato per motivi di fede è la serie di video mensili del Santo Padre, in cui trasmette le sue intenzioni di preghiera. Nel 2017 e nel 2019 ha chiesto che i cristiani perseguitati fossero sostenuti con la preghiera e l'aiuto materiale di tutta la Chiesa, mentre nel gennaio 2022 ha definito la persecuzione religiosa «inaccettabile e disumana», oltre che «follia».
I suoi viaggi apostolici in Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, il Sud Sudan, la Repubblica Centrafricana, il Kazakistan o l'Iraq dimostrano che il Papa è vicino alla Chiesa che soffre, ai dimenticati e a quanti hanno fame di pace e giustizia.

In Iraq, Francesco ha visitato le chiese distrutte dal sedicente Stato islamico e ha fatto visita al Grande ayatollah al-Sistani, in un gesto che è stato definito da alcuni “una pietra miliare sulla strada del dialogo interreligioso”.

Francesco ha ripetutamente dimostrato il suo interesse per l’attività di ACS. Nel 2017 ha invitato i fedeli a compiere opere di misericordia attraverso la fondazione pontificia in occasione della campagna “Sii la misericordia di Dio”, e in diverse occasioni ha parlato della campagna di ACS “Un milione di bambini pregano il Rosario” per la pace nel mondo.
«Ho assistito personalmente a quelle occasioni in cui Papa Francesco ha mostrato grande cura e sollecitudine per i nostri fratelli e sorelle sofferenti, come quando ha benedetto una candela, o l'icona della Madonna Addolorata della Siria, per pregare per la pace in Siria», ricorda Heine-Geldern. In quell'occasione il Papa ha benedetto 6.000 rosari che ACS ha poi inviato alle famiglie siriane che avevano perso i propri cari a causa della guerra, della violenza e del terrore.
La fondazione ricorda inoltre con gratitudine le dichiarazioni scritte e orali del Papa sull'importanza della libertà religiosa. La più recente è del febbraio 2023, quando ha parlato al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede sulla difesa della libertà religiosa come chiave per una vera pace nel mondo. «Siamo particolarmente grati al Santo Padre per la sua sapiente analisi dei tempi che stiamo vivendo in questo momento, durante i quali in molti Paesi assistiamo a una “educata” e nascosta persecuzione dei cristiani, non più segnata dalla violenza terroristica ma dalla mancanza di rispetto per la coscienza e dalla pressione esercitata per indurre a vivere in modo contrario ai valori morali e al sacro», conclude Heine-Geldern.
Francesco ha fatto molteplici riferimenti al diritto alla libertà religiosa. Una di queste occasioni risale al 2014, durante la preghiera dell'Angelus in San Pietro, quando ha affermato che il sacrificio dei moderni “martiri”, perseguitati per la loro fede cristiana, non fa che rafforzare l'impegno per la libertà religiosa in tutto il mondo. Più recentemente, durante la sua visita in Kazakhstan, ha preso parte al Congresso dei Leader delle Religioni Mondiali e Tradizionali, nel corso del quale ha affermato che ognuno ha il diritto di testimoniare pubblicamente la propria fede e di proporla senza imposizioni.