"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

13 dicembre 2022

Patriarcato caldeo: tre giorni di “digiuno speciale” prima del Natale, per chiedere il dono della pace


Un invito a digiunare per 3 giorni prima del Natale, per chiedere al Signore il dono della pace in Iraq e in tutto il mondo. E’ questa la proposta che il Patriarcato caldeo a rivolto a tutti i battezzati caldei sparsi nel mondo, all’inizio della terza settimana di Avvento.
I giorni indicati per osservare il “digiuno speciale” per la pace sono quelli del 21, 22 e 23 dicembre, quasi a preparare la strada al lieto annuncio della nascita di Gesù. “Natale” ricorda il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako nel messaggio diffuso dai canali informativi del Patriarcato caldeo – non è celebrare in ricordo passato di duemila anni fa”. La fede può riconoscere la presenza del Signore che è vivo e opera in mezzo a noi, “con amore e misericordia”.
Il digiuno “speciale” – prosegue il messaggio - può essere accompagnato anche con il sostegno concreto da rivolgere alle famiglie bisognose di profughi cristiani che avevano trovato sistemazione nel Campo rifugiati rinominato “della Vergine Maria”, intorno a una struttura edilizia fatiscente che ora sono costretti a abbandonare su ordine delle autorità locali. Le 130 famiglie di rifugiati, come riferito dall’Agenzia Fides, troveranno ospitalità presso le strutture restaurate dell’ex seminario caldeo, situate a Dora, sobborgo a sud di Baghdad.
I giorni del “digiuno speciale” per la pace – aggiunge il Cardinale Sako – potranno essere giorni di preghiera e di penitenza, di astinenza dal consumo di carne, pesce e alcolici, e anche dal lasciarsi andare a comportamenti e atteggiamenti viziosi come la maldicenza, il parlare menzognero, l’invidia, la superbia e l’avidità, compiendo piuttosto opere di carità, come quelle da realizzare grazie alla offerta di 50 milioni di dinari iracheni 8pari a più di 32mila euro) elargita dall’arcidiocesi caldea di Baghdad per sostenere iniziative a favore delle famiglie più indigenti.
Domenica 11 dicembre, dopo la recita della preghiera mariana dell’Angelus, Papa Francesco, mentre si accingeva a benedire le statuine di Gesù Bambino portate da tanti bambini e bambine a piazza San Pietro per essere poi poste nei presepi allestiti nelle proprie case, ha invitato tutti a pregare “davanti al presepio, perché il Natale del Signore porti un raggio di pace ai bambini del mondo intero, specialmente a quelli costretti a vivere i giorni terribili e bui della guerra, questa guerra in Ucraina che distrugge tante vite, tante vite, e tanti bambini”.