"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

14 dicembre 2022

Natale: dai caldei in Iraq e nel mondo digiuno e preghiera per la pace


“Da Baghdad all’Ucraina vogliamo invitare alla preghiera” tutta la Chiesa caldea in Iraq e della diaspora “in segno di solidarietà con le persone che soffrono in ogni angolo della terra, per quanti non hanno un posto dove vivere, pensando anche a migranti e sfollati”.
È quanto sottolinea ad AsiaNews mons. Basilio Yaldo, ausiliare di Baghdad e stretto collaboratore del primate caldeo Louis Raphael Sako, anticipando la tre giorni di digiuno e preghiera indetta dal patriarcato e dalla Chiesa locale in preparazione al Natale. In queste ore il neo primo ministro Muhammad al-Sudani ha dichiarato la giornata che celebra la nascita di Gesù “festa ufficiale” per tutti gli iracheni, a prescindere dalla fede professata. *
Il primate dei caldei ha diffuso un messaggio sul sito del patriarcato in cui invita i fedeli di tutto il mondo a digiunare e pregare per tre giorni (il 21, 22 e 23 dicembre) per la pace in Iraq e nel mondo in occasione del Natale.
La nascita di Cristo, sottolinea il card. Sako, “non è solo una celebrazione di un ricordo passato” di 2mila anni fa, ma è un evento presente e carico di significati ancora oggi. Seppur celebrata “con folclore”, la ricorrenza è “consapevolezza e fede” della continua “presenza di Dio fra noi”, una presenza “eterna, di amore e misericordia” in vista della quale “dobbiamo prepararci con un digiuno”.
Ai nostri giorni il digiuno e la preghiera sono un modo “speciale” per stare vicino ai più bisognosi, fra i quali il porporato ricorda le famiglie costrette a lasciare un centro di accoglienza a Baghdad.
“Serve digiunare concentrandosi maggiormente sulla preghiera, sul pentimento, sull’astenersi dal magiare carne e pesce, dal bere alcolici, soprattutto dai vizi”. Egli critica i “discorsi falsi, l’ira, l’invidia, l’orgoglio, l’avidità” ai quali contrappone l’importanza di gesti simbolici come “atti di rettitudine, bontà e carità”. In quest’ottica si inserisce la decisione di stanziare oltre 32mila euro “ai bisognosi della diocesi di Baghdad e alla Caritas che fornisce gratuitamente 800 cesti di cibo”.
“La situazione in Iraq e nel mondo - spiega l’ausiliare di Baghdad - è critica, noi abbiamo bisogno di stabilità con il nuovo governo anche se nelle ultime settimane si sono visti piccoli segnali di miglioramento. Questi sono concetti che abbiamo sottolineato nei giorni scorsi nell’incontro con il premier, auspicando il massimo impegno per il bene di un Paese che soffre da ormai 20 anni. Noi abbiamo deciso di pregare e digiunare, con la speranza che questo nuovo anno, il 2023, sarà davvero di pace e di tranquillità per tutti”.
In risposta, il capo del governo ha assicurato che “intende fare del suo meglio per gli iracheni, cristiani compresi. E il patriarca Sako - precisa mons. Yaldo - ha ribadito che l’attenzione va posta su tutti e che non si devono fare differenze, lavorando in particolare a favore dei giovani per dare loro un futuro."
Infine, l’ausiliare di Baghdad rivolge un pensiero agli sfollati cristiani, soprattutto quanti erano ospitati nel campo profughi della Vergine Maria a Zayouna, Baghdad. “Li abbiamo incontrati - conclude il prelato - e allestito per loro alcune stanze in un ex seminario della capitale, almeno 15 famiglie si stanno preparando al trasferimento. Come patriarcato ci stiamo adoperando al massimo per loro”.
Infine, un richiamo al dialogo fra fedi e alla preghiera per la pace giunge in questi giorni anche dal grande ayatollah Ali al-Sistani, massima autorità sciita del Paese. Incontrando un alto funzionario Onu, il leader religioso ha sottolineato “l’importanza di moltiplicare gli sforzi per promuovere la cultura della coesistenza pacifica, di lottare contro l’odio e di sostenere valori fondati sulla solidarietà e l’attenzione ai diritti reciproci, nel rispetto delle diverse fedi”.

* Il 25 dicembre è stato dichiarato festivo per tutto l'Iraq mentre il 26 sarà festivo solo per i cristiani. Nota di Baghdadhope