By Asia News
Foto Ankawa.com |
Il prelato conferma inoltre la chiusura, annunciata in queste ore dalla Commissione per i diritti umani, del più grande campo profughi cristiano della capitale, dedicato a Maria Vergine.
La struttura, che in passato ha accolto fino a 135 famiglie di Mosul e dalla piana di Ninive fuggite dallo Stato islamico (Si, ex Isis) nell’estate del 2014, sorge nei pressi della sede del movimento democratico assiro a Baghdad e ha fatto registrare contagi da coronavirus.
L’emergenza è partita con un caso sospetto di una donna che presentava sintomi riconducibili al Covid-19; a questo si sommano altri tre casi in un’altra famiglia. La donna, origine del focolaio, lavora nell’ospedale delle suore e avrebbe contagiato anche il marito e la figlia.
Molte delle famiglie ospiti del centro Maria Vergine sono originarie di Baghdida e dal governatorato di Ninive.
Prima della chiusura esso ospitava circa 114 nuclei, per un totale complessivo di 345 persone. Nel marzo scorso era stato oggetto di una imponente opera di disinfestazione, ma la progressione del virus registrata in queste ultime settimane non ha risparmiato nemmeno il campo profughi.
Secondo alcune fonti locali la decisione di chiudere sarebbe un atto preventivo, per impedire una ulteriore diffusione del focolaio. Ciononostante, l’allontanamento crea ulteriori problemi per le famiglie che già faticano a sopravvivere e che, in questi anni, sono riuscite a fatica a trovare lavoro o mezzi minimi di sostentamento in un contesto che resta critico.
“Ci sono vittime fra i giovani, fra gli anziani, persone di tutte le età” conferma mons. Warduni, secondo cui “questo virus colpisce tutti e non conosce misericordia”. “Non era pensabile - prosegue - un dramma di tale portata, non si intravede una via di uscita. In tutti i secoli abbiamo avuto episodi, fatti negativi, per i quali si facevano penitenze. Oggi nemmeno questo sembra bastare, è un qualcosa di terribile… Anche le persone cattive chiedono misericordia, perché hanno paura”.
Nei giorni scorsi anche il patriarca caldeo, il card Louis Raphael Sako ha pubblicato una riflessione sulla pandemia, sottolineando che essa nei suoi risvolti drammatici può diventare occasione “per una fede più profonda” e una società “più solidale”. Tuttavia, oggi a dominare le cronache è ancora il numero di contagi e quello delle vittime. “È peggio di una guerra - afferma l’ausiliare di Baghdad - perché non sappiamo da dove arriva questo nemico invisibile, non sappiamo chi sia e solo dopo alcuni giorni dal suo ingresso nel nostro corpo si manifesta” in tutta la sua portata. Nell’ultimo periodo, aggiunge, la situazione “è peggiorata” e vi sono “centinaia” di casi al giorno.
“Ho iniziato la traduzione di un libro dedicato alla Madonna - conclude mons. Warduni - speriamo che la nostra Madre celeste, che sta sotto la croce, possa mostrarsi fonte di salvezza per l’umanità”.
In Iraq i casi ufficiali di nuovo coronavirus sono 21315, le vittime sinora accertate 652.