By Vatican News
Federico Piana
22 febbraio 2020
Chiusi i lavori di Mediterraneo, frontiera di pace, i cinquantotto vescovi e patriarchi del Mediterraneo che hanno partecipato all’evento sinodale esprimono gioia e gratitudine per aver ricevuto la straordinaria possibilità di confrontarsi con liberta e verità con i propri fratelli nella fede. Ognuno di loro sa che da Bari riporterà un bagaglio di consapevolezza maggiore sui temi caldi che stanno interessando tutta l’area mediterranea: dalle guerre al terrorismo, dalle crisi economiche alla devastazione ambientale. Ma, soprattutto, sono convinti che da oggi le cose non saranno più come prima: perché si è messo in moto un cammino sinodale ‘mediterraneo’ che renderà le chiese locali molto più dialoganti, molto più unite nell’azione, meno distanti e indifferenti.
Monsignor Yaldo: far sentire la voce di chi soffre
Federico Piana
22 febbraio 2020
Chiusi i lavori di Mediterraneo, frontiera di pace, i cinquantotto vescovi e patriarchi del Mediterraneo che hanno partecipato all’evento sinodale esprimono gioia e gratitudine per aver ricevuto la straordinaria possibilità di confrontarsi con liberta e verità con i propri fratelli nella fede. Ognuno di loro sa che da Bari riporterà un bagaglio di consapevolezza maggiore sui temi caldi che stanno interessando tutta l’area mediterranea: dalle guerre al terrorismo, dalle crisi economiche alla devastazione ambientale. Ma, soprattutto, sono convinti che da oggi le cose non saranno più come prima: perché si è messo in moto un cammino sinodale ‘mediterraneo’ che renderà le chiese locali molto più dialoganti, molto più unite nell’azione, meno distanti e indifferenti.
Monsignor Yaldo: far sentire la voce di chi soffre
Di avvenimento provvidenziale, parla monsignor Basel Yaldo, vescovo
iracheno ausiliario di Baghdad, che ringrazia con tutto il cuore di aver
potuto testimoniare la situazione della sua martoriata comunità
cristiana. “Noi abbiamo bisogno – dice - di far ascoltare la voce di
questi Paesi che soffrono”. La situazione in Iraq non è facile,
ribadisce, ma la speranza non si uccide: “Nella mia nazione adesso la
situazione della chiesa è molto difficile, la situazione politica è
incerta. Durante i lavori di questo incontro abbiamo chiesto e pregato
per la pace, specialmente per Siria e Libano. In Iraq i cristiani sono
la minoranza, ma una minoranza davvero speranzosa”.
Monsignor Fahim: a Bari ci siamo sentiti vicini
Monsignor Fahim: a Bari ci siamo sentiti vicini
Monsignor Botros Fahim Awad Hanna, vescovo di Minya, a Bari è venuto
per raccontare dolori e speranze del suo Paese, l’Egitto. “Abbiamo avuto
l’occasione di conoscerci meglio tra vescovi e patriarchi per poter
fare qualcosa ciascuna chiesa per l’altra, in sostanza essere
solidali”. Ma il confronto è servito anche per denunciare il male e
“fare di tutto per promuovere la pace, la fratellanza, i principi umani e
cristiani” aggiunge. Anche in Egitto, i cristiani sono una minoranza
piena di gioia e speranza: “Dobbiamo ringraziare il Signore – dice il
presule – che non sia scoppiata una guerra civile come in alcuni Paesi
nostri vicini. Noi abbiamo i problemi che ha ogni minoranza ma riusciamo
lo stesso ad esprimere e a vivere la nostra fede e a dare una concreta
testimonianza di vita”.