«Siamo molto grati per questo gesto tanto paterno compiuto da Papa Francesco. Il Pontefice è padre di tutta la Chiesa e pensa a tutti, soprattutto a coloro che come noi soffrono».
È
questo il commento del patriarca caldeo di Babilonia Raphael Louis I
Sako alla notizia che il numero unico della Lamborghini Huracan, donata
al Pontefice dalla casa automobilistica lo scorso 15 novembre, è stata
battuta all’asta lo scorso 12 maggio per la cifra di 715mila euro. Come
da volere del Santo Padre l’intera somma verrà devoluta in beneficenza e
larga parte del totale andrà ad Aiuto alla Chiesa che Soffre per
sostenere il piano di ricostruzione dei villaggi cristiani della Piana
di Ninive in Iraq.
«Il Papa non cessa mai di dimostrare la
propria vicinanza ai cristiani iracheni», ha affermato il patriarca che
al momento si trova proprio ad Erbil. «Questo dono ci infonde tanta
speranza e costituisce un grande incoraggiamento! È per noi importante
rimanere, continuare la nostra vita in Iraq e testimoniare qui la nostra
fede e i valori del Vangelo».
Il Piano ACS per la ricostruzione dei
villaggi cristiani della Piana di Ninive ha permesso a tanti cristiani
di tornare alle proprie case. Al 25 marzo scorso le famiglie rientrate
nell’intera Piana erano 8.213, più del 42% delle 19.452 costrette a
fuggire a causa dell’invasione dello Stato Islamico nell’agosto del
2014.
«Con il dono del Papa potremo fare
ancora di più. Ringrazio di cuore il Santo Padre ma al tempo stesso
chiedo a tutti coloro che possono aiutare, anche con poco, di sostenere i
cristiani di Ninive che rappresentano le radici della nostra fede!».
Il 12 maggio, proprio mentre veniva
battuta la Lamborghini, in Iraq si tenevano le elezioni parlamentari. I
risultati non sono ancora definitivi, ma le proiezioni vedono in testa
come prossimo premier il chierico sciita Moqtada al-Sadr. «Al Sadr si è
sempre mostrato ben disposto nei confronti delle minoranze, ma in caso
vincesse bisognerà vedere con chi formerà una coalizione. L’affluenza al
voto è stata bassissima perché gli iracheni hanno perso fiducia nella
classe politica. Mancano progetti e programmi concreti e la corruzione è
dilagante. Al momento vi è confusione ma speriamo che la nuova classe
politica possa fare del bene e soprattutto unire un Paese estremamente
diviso come l’Iraq».
Dall’inizio dell’avanzata di
Isis nel giugno 2014, Aiuto alla Chiesa che Soffre ha sostenuto progetti
emergenziali e umanitari in Iraq per un totale di 37.703.054 euro. La Fondazione è la prima associazione nella Piana di Ninive per entità di aiuti.