"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

7 maggio 2018

La corsa dei seminaristi USA per i cristiani di Iraq e Siria. «Noi ed ACS siamo una grande squadra


Nei giorni scorsi dodici seminaristi che studiano a Roma nel Pontificio Collegio Nordamericano hanno lanciato un’iniziativa a sostegno dei cristiani di Iraq e Siria. Una staffetta che ha attraversato l’Italia – sono stati percorsi circa 250 chilometri – e ha raccolto fondi per i cristiani perseguitati in Medio Oriente. Sono giunte finora offerte per più di 11mila e 200 euro che saranno devoluti ad Aiuto alla Chiesa che Soffre, per finanziare interventi nei due Paesi.
«Forse non incontrerò mai le persone per le quali sto correndo, ma ciò non mi impedisce di amarle e di aiutarle attraverso le mia azioni – dichiara ad ACS uno dei seminaristi, Joseph Caraway, proveniente dalla Louisiana – Una corsa potrebbe sembrare un modesto atto di carità, ma ho imparato che l’amore per il prossimo passa anche attraverso i piccoli gesti. La solidarietà offre uno splendido esempio di Chiesa universale. Chiunque può prendervi parte e chiunque può sperimentare l’amore di Cristo attraverso di essa».
È il quarto anno che la squadra dei “roman runners” lancia una simile iniziativa. «Molti di noi sono corridori abituali e ci incontravamo già prima per correre o pregare insieme. Lo consideriamo un dono e volevamo offrirlo agli altri – spiega Caraway – Accrescere la consapevolezza circa la persecuzione cristiana è importante, ma non è abbastanza. Dobbiamo pregare per i nostri fratelli perseguitati e sostenerli concretamente».
È la seconda edizione consecutiva che la raccolta della staffetta viene devoluta ad Iraq e Siria e i seminaristi hanno nuovamente voluto che fosse Aiuto alla Chiesa che Soffre a beneficiare della raccolta. «ACS ha le risorse necessarie a sostenere i nostri fratelli e a rendere nota la loro sofferenza in tutto il mondo. Insieme facciamo una grande squadra!».