By Asia News
Joseph Mahmoud
Il “diritto di cittadinanza” reale e concreto “per tutti” i Paesi del Medio oriente, inserito in un contesto politico, può rappresentare la “soluzione ideale” per mettere fine ai conflitti settari e confessionali che incendiano da tempo la regione.
È quanto ha sottolineato il patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako, nel corso della Conferenza internazionale sulle minoranze perseguitate in Medio Oriente, che si è tenuta nei giorni scorsi a Parigi (Francia), sotto l’egida delle Nazioni Unite. Dedicata al tema della violenza etnica e religiosa, essa ha visto la presenza del presidente Francois Hollande, del ministro degli Esteri Laurent Viabios e di rappresentati del mondo della religione e della società civile di 57 Paesi. Per l’Iraq erano presenti il ministro degli Esteri Ibrahim al-Jaafari e un rappresentante della regione autonoma del Kurdistan, Fouad Hussein.
Introducendo il suo intervento, inviato ad AsiaNews, il
patriarca ha sostenuto che “la pace è possibile”, anche se le violenze
che hanno insanguinato l’Iraq e il Medio oriente hanno creato un “trauma
nel nostro Paese e in tutto il mondo”. “Senza i muri visibili e
invisibili - avverte il patriarca Sako - che dividono i nostri Paesi in
funzione della religione, lingua o etnia, per non parlare di corruzione,
ingiustizia, disoccupazione e povertà, l’ideologia jihadista non
avrebbe mai fatto presa”.Joseph Mahmoud
Il “diritto di cittadinanza” reale e concreto “per tutti” i Paesi del Medio oriente, inserito in un contesto politico, può rappresentare la “soluzione ideale” per mettere fine ai conflitti settari e confessionali che incendiano da tempo la regione.
È quanto ha sottolineato il patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako, nel corso della Conferenza internazionale sulle minoranze perseguitate in Medio Oriente, che si è tenuta nei giorni scorsi a Parigi (Francia), sotto l’egida delle Nazioni Unite. Dedicata al tema della violenza etnica e religiosa, essa ha visto la presenza del presidente Francois Hollande, del ministro degli Esteri Laurent Viabios e di rappresentati del mondo della religione e della società civile di 57 Paesi. Per l’Iraq erano presenti il ministro degli Esteri Ibrahim al-Jaafari e un rappresentante della regione autonoma del Kurdistan, Fouad Hussein.
Fra i primi passi da compiere, afferma il patriarca caldeo, vi è “la riforma della Costituzione, in modo da includere tutte le componenti della società civile” respingendo ogni logica tribale e garantendo che “tutti i cittadini siano eguali” davanti alla legge. Questo concetto di cittadinanza, aggiunge, implica “la separazione della religione dallo Stato”; va inoltre stilata una lista “di quanti hanno commesso crimini contro l’umanità” e i colpevoli “devono essere giudicati”. A tutto questo va unita una “iniziativa internazionale in favore della stabilità dei nostri Paesi” e per “cacciare i jihadisti, non è da escludere un intervento militare di terra”.
In particolare il “manuale di educazione religiosa musulmano deve trattare in modo positivo e rispettoso le altre religioni”.
Per il patriarca caldeo va quindi affrontato alla radice il problema dell’estremismo religioso. Per questo, avverte, serve un “manuale di educazione religiosa” oggi “indispensabile”. Esso deve favorire “l’apertura, essere accettato da tutti ed essere applicabile a tutti”. In particolare il “manuale di educazione religiosa musulmano deve trattare in modo positivo e rispettoso le altre religioni”.
Da ultimo, mar Sako ricorda che “milioni di persone vivono in condizioni indegne, altri non riescono nemmeno a pagare l’affitto per sé e le proprie famiglie… Sono turbati per il loro avvenire e per quello dei loro bambini”. “Queste famiglie devono poter lavorare - aggiunge il patriarca - per mantenere la fiducia in loro stesse: anche questo permetterà loro di rientrare nelle loro case, una volta che queste regioni saranno liberate”.
Infine, egli vuole ricordare “i cittadini irakeni che hanno mostrato come sia possibile dar vita a questa cittadinanza comune. Penso - conclude - a questi musulmani che sono venuti in aiuto dei cristiani rifugiati, ai sunniti che hanno salvato gli sciiti e viceversa. Sono loro l’avvenire dell’Iraq, sono loro la speranza del Medio oriente”.