"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

25 febbraio 2015

Congregazione per le Chiese Orientali: sostegno agli iracheni cristiani ed al Patriarcato

By Baghdadhope*


Si è svolto lunedì a Roma l'assemblea plenaria della Congregazione delle Chiese Orientali presieduta dal Prefetto, Cardinale Leonardo Sandri. Tra gli altri, erano presenti il Cardinale Pietro Parolin,  Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Agostino Vallini, Cardinale vicario del papa per la Diocesi di Roma, il Cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e Nunzio Apostolico in Iraq dal 2001 al 2006, il Cardinale Jean Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso e camerlengo di Santa Romana Chiesa, il Cardinale  Christof Schönborn, Ordinario in Austria per i fedeli di rito orientale, il neo Cardinale Berhaneyesus Souraphiel, C.M., Arcivescovo di Addis Abeba (Etiopia), il Cardinale di Parigi, André Vingt-Trois, il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Béchara Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti, Gregorio III Laham, Patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti, Abramo Sidrak, Patriarca di Alessandria dei Copti, Ignace Joseph III Younan, Patriarca di Antiochia dei Siro Cattolici, Nerses Bedros XIX Tarmouni, Patriarca Armeno-Cattolico e Mar Louis Raphael I Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei.
Di seguito in corsivo il resoconto dell'incontro pervenuto a Baghdadhope e pubblicato sul sito del Patriarcato Caldeo:


"Si è discussa la situazione delle chiese orientali e l'importanza della presenza cristiana, come pure il problema dell'emigrazione che influisce negativamente sulla loro presenza e testimonianza.

Per quanto riguarda l'Iraq e specialmente la chiesa caldea, i padri hanno incoraggiato e sostenuto la presenza cristiana nella loro patria dando una testimonianza cristiana nonostante la sofferente situazione. Hanno manifestato il loro appoggio all'autorità del Patriarca e del sinodo caldeo e l'importanza che i monaci e i sacerdoti rimangono al servizio dei fedeli nella loro terra madre, così danno un'autentica testimonianza sacerdotale, come pure hanno insistito sull'importanza di seguire i fedeli pastoralmente nelle diaspore secondo le norme canoniche vigenti."

L'ultima parte del comunicato testimonia come l'Assemblea abbia avuto modo, se non di decidere, di discutere la questione della frattura venutasi a creare negli ultimi mesi tra il Patriarcato Caldeo e la Diocesi di San Pietro Apostolo negli Stati Uniti occidentali, guidata da Mons. Sarhad Y. Jammo.
Lo scontro, già iniziato da due anni, ha avuto negli ultimi mesi picchi molto alti, con accuse circostanziate da parte del Patriarcato nei confronti di Mons. Jammo, accusato di avere favorito e coperto la permanenza nella sua diocesi di sacerdoti e monaci che in passato avevano abbandonato l'Iraq senza il consenso dei propri vescovi o del proprio superiore. Rifiutandosi di obbedire al decreto patriarcale che imponeva loro di tornare in patria quei chierici (alcuni dei quali addirittura sospesi dal Patriarcato) hanno creato un solco profondissimo che neanche il sinodo straordinario tenutosi a Baghdad lo scorso 7 febbraio (al quale Mons. Jammo non ha partecipato) è riuscito a colmare. 

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