By SIR
La notizia di un possibile viaggio di Papa Francesco in Iraq e in Kurdistan, per salutare sfollati e profughi “non ha fondamento. Di vero c’è soltanto la volontà del Pontefice di recarsi in Iraq come da lui stesso ammesso durante il viaggio di ritorno dalla Turchia”.
A dichiararlo al Sir è il nunzio apostolico in Iraq e Giordania, monsignor Giorgio Lingua, che ieri sera a Betlemme ha incontrato i vescovi di Usa, Ue, Canada e Sudafrica che compongono l’Holy Land Coordination in questi giorni in Terra Santa per la loro annuale visita-pellegrinaggio.
“A Papa Francesco piacerebbe molto venire in Iraq, ha avuto l’invito ma al momento mancano le condizioni necessarie per la sicurezza. Un grande desiderio da parte di tutti in Iraq - ha aggiunto il nunzio - e sarebbe bellissimo ma di concreto non c’è nulla”.
Il sogno di un viaggio in Iraq del Papa era stato in qualche modo accarezzato qualche giorno fa dal cardinale francese Philippe Barbarin che aveva parlato di “viaggio breve”, anche di un solo giorno, a Baghdad e a Erbil dove hanno trovato rifugio i cristiani fuggiti da Mosul. “Recarsi solo ad Erbil - spiega mons. Lingua - certamente farebbe felici e consolerebbe i tanti sfollati ma il viaggio dovrebbe avere tra le sue mete anche Ur dei Caldei e Baghdad, dove hanno sede le Istituzioni nazionali. Così facendo si avrebbe una grande opportunità che in questo momento mi pare importante cogliere: parlare di riconciliazione nazionale. Ur, dove la tradizione individua il luogo di nascita del profeta Abramo, padre delle tre religioni monoteiste, è un luogo altamente simbolico”. Tuttavia, conclude il nunzio, “un viaggio così articolato, in questo momento, appare un’utopia”.
La notizia di un possibile viaggio di Papa Francesco in Iraq e in Kurdistan, per salutare sfollati e profughi “non ha fondamento. Di vero c’è soltanto la volontà del Pontefice di recarsi in Iraq come da lui stesso ammesso durante il viaggio di ritorno dalla Turchia”.
A dichiararlo al Sir è il nunzio apostolico in Iraq e Giordania, monsignor Giorgio Lingua, che ieri sera a Betlemme ha incontrato i vescovi di Usa, Ue, Canada e Sudafrica che compongono l’Holy Land Coordination in questi giorni in Terra Santa per la loro annuale visita-pellegrinaggio.
“A Papa Francesco piacerebbe molto venire in Iraq, ha avuto l’invito ma al momento mancano le condizioni necessarie per la sicurezza. Un grande desiderio da parte di tutti in Iraq - ha aggiunto il nunzio - e sarebbe bellissimo ma di concreto non c’è nulla”.
Il sogno di un viaggio in Iraq del Papa era stato in qualche modo accarezzato qualche giorno fa dal cardinale francese Philippe Barbarin che aveva parlato di “viaggio breve”, anche di un solo giorno, a Baghdad e a Erbil dove hanno trovato rifugio i cristiani fuggiti da Mosul. “Recarsi solo ad Erbil - spiega mons. Lingua - certamente farebbe felici e consolerebbe i tanti sfollati ma il viaggio dovrebbe avere tra le sue mete anche Ur dei Caldei e Baghdad, dove hanno sede le Istituzioni nazionali. Così facendo si avrebbe una grande opportunità che in questo momento mi pare importante cogliere: parlare di riconciliazione nazionale. Ur, dove la tradizione individua il luogo di nascita del profeta Abramo, padre delle tre religioni monoteiste, è un luogo altamente simbolico”. Tuttavia, conclude il nunzio, “un viaggio così articolato, in questo momento, appare un’utopia”.