By Fides
Una raccolta no-stop di interventi da parte di intellettuali,
giornalisti e politici iracheni per lo più di fede musulmana è stata
avviata sul sito www.ankawa.com come contributo per contrastare
l'emorragia di cristiani che sta spegnendo le antiche Chiese di radice
apostolica presenti in Iraq. La campagna, oltre a fornire occasione di
approfondimenti storici e sociologici sul fenomeno dell'esodo a
carattere confessionale, dà anche modo ai personaggi coinvolti di
offrire soluzioni concrete su come affrontare e frenare il fenomeno.
"Prima dell'invasione americana dell'Iraq” scrive Nuri al-Hamdan nell'intervento di presentazione dell'iniziativa – i cristiani erano più di un milione, mentre ora sono circa 300mila”.
Tra i primi interventi figurano quello del professor Mahdi al-Jaber al Mahdi, secondo il quale “quello che sta accadendo oggi ai cristiani è un campanello d'allarme per tutti coloro che hanno a cuore la prosperità del Paese”.
Mentre il leader politico sciita Ahmed Chalabi auspica che i prossimo governo metta tra le sue priorità il ritorno dei cristiani iracheni emigrati all'estero. Dal canto suo, lo sheikh Abdul Hussein al-Saadi suggerisce alla Santa Sede di intervenire in maniera netta per esortare i cristiani a non lasciare la propria Patria, e auspica che gli organismi internazionali facciano pressioni sugli Stati che con una concessione “mirata” dei permessi di soggiorno favoriscono la fuga dei cristiani dall'Iraq.
"Prima dell'invasione americana dell'Iraq” scrive Nuri al-Hamdan nell'intervento di presentazione dell'iniziativa – i cristiani erano più di un milione, mentre ora sono circa 300mila”.
Tra i primi interventi figurano quello del professor Mahdi al-Jaber al Mahdi, secondo il quale “quello che sta accadendo oggi ai cristiani è un campanello d'allarme per tutti coloro che hanno a cuore la prosperità del Paese”.
Mentre il leader politico sciita Ahmed Chalabi auspica che i prossimo governo metta tra le sue priorità il ritorno dei cristiani iracheni emigrati all'estero. Dal canto suo, lo sheikh Abdul Hussein al-Saadi suggerisce alla Santa Sede di intervenire in maniera netta per esortare i cristiani a non lasciare la propria Patria, e auspica che gli organismi internazionali facciano pressioni sugli Stati che con una concessione “mirata” dei permessi di soggiorno favoriscono la fuga dei cristiani dall'Iraq.