"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

6 febbraio 2015

Mons. Garmou: Chiesa in Iran piccola e fedele al Vangelo

By News.Va

Iran.  Mons. Garmou: crisi in Medio Oriente non si risolve con la guerra
La crisi in Medio Oriente non può essere risolta semplicemente con la guerra e le armi. E’ quanto afferma l’arcivescovo caldeo di Teheran, mons. Ramzi Garmou, in un‘intervista all’agenzia cattolica tedesca Kna, ripresa dall’Apic, in cui non risparmia critiche alla politica occidentale nella regione, dalla guerra in Iraq del 2003 alle sanzioni imposte all’Iran.

Il dovere dei cristiani in Medio-Oriente di testimoniare la fedeParlando dell’infelice situazione dei cristiani in Iraq vittime degli islamisti dell’Is, il presule originario di Zakho nel Kurdistan iracheno, riconosce che certo non possono essere costretti a rimanere, ma che essi hanno tuttavia una missione da compiere: quella di difendere la fede cristiana nel Paese, dove essa è presente sin dall’epoca apostolica. Questo anche in Iran, dove, secondo la tradizione, la Chiesa fu fondata da San Tommaso Apostolo.

L’esodo dei cristiani dall’Iran dopo la rivoluzione khomeinistaOggi, i cristiani nella Repubblica islamica sono circa 70 mila su una popolazione di 78 milioni di abitanti. La maggioranza (50 mila) appartengono alla Chiesa apostolica armena (ortodossa), mentre i cattolici sono 10 mila, dei quali la metà caldei e qualche centinaio i latini. La popolazione cristiana ha conosciuto un forte esodo soprattutto verso gli Stati Uniti e anche verso l’Europa dalla rivoluzione khomeinista. Molti di quelli rimasti - spiega mons. Garmou - sono persone che non potevano lasciare il Paese, ma ci sono anche fedeli che lo hanno fatto per scelta, “perché crede che la Chiesa abbia la missione di testimoniare” . Questo anche in un contesto difficile come quello dell’Iran, dove alle minoranze riconosciute dalla Costituzione è severamente vietato fare proselitismo e l’esercizio del culto è rigidamente regolamentato e limitato ai luoghi riconosciuti dal regime.

Cristiani testimoni nel quotidiano
Ma la forza della Chiesa in Iran, puntualizza mons. Garmou non risiede nei suoi piccoli numeri e neanche nel potere delle sue istituzioni: “Questo piccolo gregge - afferma il presule - può testimoniare la presenza di Gesù vivendo la sua fede nel quotidiano”.