"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

5 aprile 2011

Minoranze etniche: Pacini, "piena cittadinanza ai cristiani del Medio Oriente"

By SIR

Sul riconoscimento di una piena cittadinanza della minoranza cristiana in Medio Oriente si gioca il futuro stesso di quella Regione e di una pacifica coesistenza tra i popoli fondata sulla democrazia. Ne è convinto don Andrea Pacini, studioso di Islam e docente alla facoltà teologica di Torino, tra i relatori questa mattina al convegno internazionale promosso dal Cipmo su “Minoranze etniche e religiose nel Mediterraneo”.
“In tutti i Paesi del Medio Oriente – ha detto oggi Pacini – la cittadinanza è riconosciuta a tutti in linea di principio ma di fatto l’appartenenza alla religione cristiana pesa e inficia una reale cittadinanza ugualitaria”. Una situazione diametralmente opposta con quanto invece i musulmani vivono in Europa dove “l’islam minoritario si confronta con Stati e istituzioni ormai maturi da un punto di vista del diritto alla cittadinanza ugualitaria per tutti i cittadini”. “Le comunità cristiane che si trovano in paesi a maggioranza mussulmana – ha quindi aggiunto lo studioso – si confrontano invece con una situazione di cittadinanza imperfetta, e cioè formalmente riconosciuta in linea di principio ma che di fatto direttamente o indirettamente viene poi contraddetta sia con legislazioni che sono discriminatorie sia con consuetudini e pressioni sociali che sono molto forti e rispetto alle quali le politiche degli Stati non sono sufficientemente adeguate a favorire delle controtendenze”.
“Tutto ciò – ha quindi fatto notare don Andrea Pacini – ricade su una popolazione che già vive di per sé una situazione di vulnerabilità”. Qualche dato: “Se nel periodo ottomano, e cioè nel 1914, data dell’ultimo censimento, i cristiani nella regione del Medio Oriente e nell’attuale Turchia rappresentavano il 20% della popolazione, arrivando a punte del 30% nell’area siro-libanese, già nel 2000 i cristiani in quella stessa regione rappresentavano appena il 6% e oggi la percentuale è ancora inferiore”. Questa emigrazione forzata è dovuta a diverse ragioni storiche. Pacini ne ha citate alcune come la “forte instabilità conflittuale”, i “fenomeni di islamizzazione”, “la permanenza di Regimi forti”. Venendo ai giorni attuali, lo studioso ha concluso: “oggi in tutto il Medio Oriente le carte sembrano rimescolarsi. Viviamo un momento che sembra aprire novità che non siamo ancora in grado di valutare. I movimenti poi sono diversi da Paese a Paese con forze in gioco diversificate. La domanda oggi è capire se questa generazione nuova, questa nuova elite che ha preso l’iniziativa di scendere in piazza per manifestare per la libertà e la democrazia, è in grado di giocare un ruolo effettivo anche sul piano politico della transizione. Un interrogativo che rimane aperto”.

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