By Asia News
Dario Salvi
“Grande amarezza e profonda delusione”. Sono le parole con cui il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa commenta ad AsiaNews i venti di guerra che arrivano dall’Ucraina, sotto l’assedio dell’esercito russo dopo la dichiarazione di guerra del presidente Vladimir Putin. L’escalation che ha portato al conflitto “è una sconfitta per tutti coloro i quali credono nella possibilità di superare le differenze in maniera diversa” osserva il patriarca, che non nasconde la propria “preoccupazione” perché Mosca “ha un ruolo molto importante nel Mediterraneo e in Medio oriente”. Questa, osserva, “è una prova di forza che potrebbe avere ripercussioni sulla nostra regione”.
In questi giorni in Italia per partecipare al convegno “Mediterraneo frontiera di pace” in corso a Firenze dal 23 al 27 febbraio, il patriarca Pizzaballa approfondisce anche il tema delle divisioni fra le Chiese di Russia e Ucraina e le possibili ripercussioni. “Queste divisioni - sottolinea - sono conseguenti, perché le contrapposizioni fra Chiese accompagnano le divisioni politiche e sono diventate strumentali alle visioni politiche”, questo “purtroppo bisogna riconoscerlo”.
La speranza è che le fratture “non si allarghino al mondo ortodosso” perché questo diventerebbe un “problema di tutte le comunità cristiane”. Il patriarca latino di Gerusalemme rilancia in chiusura la giornata di preghiera e digiuno per il 2 marzo, che coincide “con l’inizio della Quaresima ed è per noi una giornata molto importante”. Sarà, conclude, “un evento molto partecipato” nel quale non mancherà una intenzione speciale “per la riconciliazione fra le Chiese” e per “la fine dei conflitti” a partire da quello in Ucraina.
Sulla escalation militare che ha portato alla guerra interviene anche il patriarca dei caldei in Baghdad, il card. Louis Raphael Sako, il quale esprime “solidarietà” al popolo. “Anche noi - spiega ad AsiaNews - abbiamo sofferto in questi anni per la guerra. Sono colpito dal messaggio diffuso da Moqtada al-Sadr [leader sciita e vincitore col suo blocco delle ultime elezioni, ndr], che si chiede come mai due Paesi cristiani si stiano facendo la guerra fra loro”. Non dobbiamo, avverte il porporato, perseguire “l’interesse personale, le guerre non solo la soluzione. Al contrario, va cercata una soluzione e il modo per dialogare e allentare le tensioni”.
Il patriarca di Baghdad non nasconde il timore di “ripercussioni” su tutta la regione mediorientale dall’escalation militare fra Mosca e Kiev, che potrebbe sfociare “in una terza guerra mondiale, ma tutti noi speriamo tutti di no”. Tuttavia, avverte, “anche i cristiani devono agire in prima persona” e per questo in Iraq vi sarà una grande partecipazione alla giornata del 2 marzo, in concomitanza con l’inizio della Quaresima.
Ai popoli di Russia e Ucraina guarda con “preoccupazione e attenzione” il patriarca armeno cattolico Raphaël Bedros XXI Minassian, secondo cui sono le persone normale, i civili, che “stanno pagando il prezzo più alto” di questa situazione. Per il patriarca “ci sono forze esterne” che usano la piazza ucraina “per creare confusione” e il cuore della controversia non è Kiev “ma tutto quello che ruota attorno”. Una immagine simile, conclude, “in Medio oriente la possiamo trovare in Libano” che è stato il punto del “conflitto di altri Paesi, ma chi ha pagato il prezzo delle violenze” anche in questo caso “è la popolazione libanese”.