By Fides
2 giugno 2021
La pandemia da Covid 19 che ha seminato dolore e paura nell’intera famiglia umana “non è una punizione di Dio, ma il risultato dei comportamenti sbagliati degli esseri umani verso l'ambiente e la vita, e della loro disperata ricerca di denaro, che alimenta la proliferazione di armi e prepara nuove guerre”.
Lo ha detto il Cardinale Raphael Louis Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione liturgica da lui presieduta la sera di domenica 31 maggio nella chiesa dedicata a San Paolo situata a Baghdad, nel quartiere di al -Zaafraniya, a conclusione della maratona di preghiera mariana indetta dal Papa Francesco durante il mese di maggio per invocare la fine della crisi pandemica.
“Di fronte all’emergenza della pandemia” ha sottolineato il Patriarca “i leader del mondo devono cambiare mentalità, assumersi le proprie responsabilità e farsi carico del futuro dell’umanità e della custodia della natura”.
I credenti – ha spiegato il Primate della Chiesa caldea nella sua omelia - riconoscono che Dio ama gli esseri umani e vuole la loro salvezza, e respingono l’idea che il male e il dolore siano “castighi” voluti dall’Onnipotente. Anche nella pandemia – ha aggiunto il Cardinale iracheno – i credenti possono “confidare in Dio, nostro Padre”, e abbracciare “la sofferenza dei nostri fratelli che soffrono per le conseguenze del contagio. Dio stesso, secondo il Patriarca, “vuole che anche mentre siamo nell’angoscia avvertiamo la sua vicinanza amorevole verso di noi, e che ci sentiamo sempre più attratti da Lui”.
Il Patriarca, concludendo l’omelia, ha invitato tutti a affidarsi all’intercessione di Maria nostra madre, “che ci ama e è la nostra speranza”.
Lo ha detto il Cardinale Raphael Louis Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione liturgica da lui presieduta la sera di domenica 31 maggio nella chiesa dedicata a San Paolo situata a Baghdad, nel quartiere di al -Zaafraniya, a conclusione della maratona di preghiera mariana indetta dal Papa Francesco durante il mese di maggio per invocare la fine della crisi pandemica.
“Di fronte all’emergenza della pandemia” ha sottolineato il Patriarca “i leader del mondo devono cambiare mentalità, assumersi le proprie responsabilità e farsi carico del futuro dell’umanità e della custodia della natura”.
I credenti – ha spiegato il Primate della Chiesa caldea nella sua omelia - riconoscono che Dio ama gli esseri umani e vuole la loro salvezza, e respingono l’idea che il male e il dolore siano “castighi” voluti dall’Onnipotente. Anche nella pandemia – ha aggiunto il Cardinale iracheno – i credenti possono “confidare in Dio, nostro Padre”, e abbracciare “la sofferenza dei nostri fratelli che soffrono per le conseguenze del contagio. Dio stesso, secondo il Patriarca, “vuole che anche mentre siamo nell’angoscia avvertiamo la sua vicinanza amorevole verso di noi, e che ci sentiamo sempre più attratti da Lui”.
Il Patriarca, concludendo l’omelia, ha invitato tutti a affidarsi all’intercessione di Maria nostra madre, “che ci ama e è la nostra speranza”.