By Baghdadhope*
In un'intervista rilasciata il 27 maggio 2021 alla testata Al-Araby Al-Jadeed il patriarca della chiesa caldea, il Cardinale Mar Louis Raphael Sako ha affermato che fino ad ora la visita che il santo Padre ha effettuato in Iraq all'inizio dello scorso marzo non ha portato ad alcun progresso per quanto riguarda il ritorno alle proprie case degli iracheni cristiani sfollati, la restituzione delle proprietà loro confiscate da parte di alcuni partiti o gruppi influenti e neanche l'allontanamento dei gruppi armati dalle aree dove vivevano.
Queste ed altre questioni, come ad esempio la ricostruzione delle chiese o lo sviluppo del turismo religioso legato alla fede cristiana necessitano infatti di una precisa "volontà politica" nazionale perché possano essere risolte.
Queste ed altre questioni, come ad esempio la ricostruzione delle chiese o lo sviluppo del turismo religioso legato alla fede cristiana necessitano infatti di una precisa "volontà politica" nazionale perché possano essere risolte.
La speranza è che qualcosa cambi dopo le elezioni parlamentari che si svolgeranno il prossimo autunno anche se "le divisioni, i conflitti e la competizione per il denaro ed il potere" sono, a detta del Patriarca, tra i motivi che non hanno portato ad alcun progresso nella situazione della componente irachena cristiana che ancora vede la Piana di Ninive, la culla ancestrale della cristianità mesopotamica, occupata da milizie armate filo-iraniane, proprietà non restituite nonostante la creazione di un comitato creato ad hoc nell'imminenza della visita papale, e mancato riequilibrio della componente cristiana all'interno degli enti e delle istituzioni statali.
Ad echeggiare le parole del Cardinale Sako, quelle dell'ex deputato cristiano Joseph Sliwa che ha sottolineato come l'assenza dell'autorità statale, e quindi dello stato di diritto in alcune aree del paese, e il controllo da parte di gruppi armati che specialmente nel Governatorato di Ninive hanno come scopi la presa del potere attraverso l'imposizione di funzionari e rappresentati ad essi fedeli ed il conseguente cambio demografico con la sparizione della componente cristiana, fanno sì che gli appelli del Pontefice per la convivenza pacifica rimarranno irrealizzati.