"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

4 marzo 2019

Patriarca Sako: Un Patto nazionale contro estremismo e violenze

By Asia News
Louis Raphael Sako*

Un “Patto nazionale” quale terreno comune di lavoro fra le diverse anime, sciiti e sunniti, cristiani e musulmani, fondato sulla sovranità, la sicurezza e l’economia, per superare divisioni, violenze ed estremismo che hanno insanguinato l’Iraq. È la proposta lanciata dal primate caldeo, il card. Louis Raphael Sako, in un messaggio pubblicato sul sito del patriarcato caldeo e inviato per conoscenza ad AsiaNews. La soluzione dei problemi, avverte il presule, dovrebbe essere interna e partire da un documento che servirà da “impegno” per tutte le parti in causa, dando vita a uno Stato che “si fonda sulla cittadinanza, sul diritto e sulle istituzioni”.
Ecco, di seguito, il messaggio del patriarca Sako.

Per un patto nazionale
A sua eccellenza, il presidente della Repubblica d’Iraq Barham Salih, 
Eccellenza, 
Sottopongo alla vostra attenzione una proposta complessiva intitolata “Patto nazionale”, che possa aiutarci a uscire dallo stato attuale di crisi. L’attenzione di questa proposta si focalizza su alcune importanti “linee guida” come la sovranità, la sicurezza e l’economia, che dovrebbero proteggere la nostra patria e preservarne la sua unità. 
Poiché sono assai entusiasta della rinascita dell’Iraq in quanto “culla della civiltà”, faccio appello alle tre presidenze perché possano essere fautori di un incontro sullo stile di una “tavola rotonda”, in cui le alleanze politiche e parlamentari si possano riunire per un dialogo civile e responsabile. Un faccia a faccia che dovrà portare alla riconciliazione [nazionale], al perdono e alla comprensione, segnando una distanza netta dalle tensioni regionali e internazionali, dalle differenze e dalla frantumazione. Faccio presente che nell’attuale gabinetto di governo, tuttora incompleto, vi sono ruolo chiave vacanti e le persone aspettano ancora che vengano garantiti loro servizi essenziali (quali elettricità, acqua, etc…). 
Certo, la soluzione dovrebbe essere interna; ciò significa che gli irakeni dovrebbero risolvere da soli i loro problemi. Ed è possibile farlo, basandosi sulla buona volontà e facendo affidamento a un “Patto nazionale” fondato sulla: sovranità, sicurezza, economia, sull’interesse della nazione e sulla sua unità. Un documento di questa natura servirà da “impegno” per tutte le parti in causa, permettendo loro di costruire, in modo sano, uno stato che si fonda sulla cittadinanza, sul diritto e sulle istituzioni. Una nazione che mette da parte il concetto delle quote (che alimentano il settarismo) e le le dispute sul potere il denaro. Al contempo, è altrettanto importante eliminare l’estremismo che indebolisce lo stato; che ferma il progresso; che viola la dignità dei cittadini; che ritarda la disponibilità dei servizi. 
Gli irakeni di tutte le etnie e religioni potranno dunque “derivare” da questo documento: rispetto reciproco, coesistenza pacifica e solidarietà. In ultima analisi, essi rimarranno fermi e risoluti, pronti ad affrontare tutte le difficoltà che si potranno frapporre e che potrebbero essere causa di allontanamento fra loro. 
L’unità nazionale non vuol affatto dire cancellazione delle differenze, dei diversi punti di vista che sono naturali, ma aiuterà le persone ad accettarsi e a vivere in armonia ciascuno con gli altri. In questo modo, saremo in grado di tenere il passo con il resto del mondo civilizzato. 
Spero che vostra Eccellenza condivida questa idea con il Primo Ministro e il presidente del Parlamento. 

* Patriarca caldeo di Baghdad e presidente della Conferenza episcopale irakena