"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

8 marzo 2019

I leader religiosi iracheni si riuniscono nella città santa sciita di Karbala

By Baghdadhope*

Foto Patriarcato caldeo
Il primo incontro tra tutti i rappresentanti delle fedi religiose in Iraq era stato organizzato dal Patriarcato caldeo nella chiesa di San Giuseppe e Baghdad il 1 marzo del 2018. Ad esso ne era seguito uno organizzato dalla comunità dei Sabei/Mandei ed un altro dalla comunità sunnita nella moschea di Baghdad dedicata ad Abu Hanifa an-Nu'man.
Ad un anno di distanza, il 7 marzo, il quarto incontro si è svolto invece nella città santa sciita di Karbala. Ad esso hanno partecipato quindi esponenti sciiti, sunniti, sabei/mandei e, ovviamente, cristiani. Per la chiesa caldea erano presenti il patriarca, Cardinale Mar Louis Raphel I Sako e i vicari patriarcali Mons. Basel Yaldo e Mons. Robert Jarjis.
L'incontro, il cui slogan, era "Dio ama diffondere la pace" è stato introdotto dalle parole Talal Faiq al-Kamali, Rettore dell'al-Ma’aref Islamic College affiliato al Santuario dell'Imam Hussein a Karbala che ha sottolineato la portata dell'incontro per il suo "messaggio per tutti coloro che vogliono destabilizzare l'Iraq."
Foto Patriarcato caldeo
A favore dell'unità a dispetto delle differenze, come riporta il sito del Patriarcato Caldeo, si sono espressi tutti i partecipanti all'incontro: lo sciecco Satar Jabbar al-Helou, a capo della comunità sabea/mandea che si è augurato che la discisssione possa tradursi in decisioni pratiche; lo sceicco Abdul Wahab al Samarrai del Sunni Fiqh Council, il Consiglio della giurisprudenza islamica sunnita; il religioso sciita Sayyed Jawad al-Khoei  che ha annunciato la pubblicazione imminente di un testo sulle religioni dell'Iraq preparato dalla diverse autorità religiose, l'imam della moschea dedicata allo sceicco Abdul Qadir Jilani, fondatore della più antica confraternita sufi, Anas Al Issawi, ed il rappresentante della comunità yazida, Hassou Horman.
Per quanto riguarda il cardinale Sako egli ha nuovamente sottolineato l'esistenza di discorsi che incitano all'odio verso il diverso, discorsi che però vengono rifiutati dal popolo iracheno, e la necessità di produrre un documento che metta al centro l'importanza della fratellanza. La riunione è terminata con una simbolica passeggiata di tutti i leader religiosi attorno alla moschea dell'imam Hussein, nipote del profeta Maometto, ucciso proprio a Karbala nel 680 AD.