By Asia News
Riformare la Costituzione e l’ordinamento del Paese, rafforzando
l’obiettivo primario del “rispetto della vita”, eliminando divisioni e
abusi che creano “cittadini di seconda classe”; cambiare il curriculum
scolastico “aggiornando i programmi di religione” rispettando “le
esigenze dei tempi moderni”; garantire “opportunità lavorative per i
giovani”. Sono questi i punti delineati dal patriarca caldeo, il card
Louis Raphael Sako, nel suo intervento alla 55ma edizione della
Conferenza sulla sicurezza di Monaco, in Germania, in programma dal 15
al 17 febbraio. Nel suo intervento, inviato ad AsiaNews, il
presule ha insistito sull’importanza di “eliminare l’ideologia
jihadista” nell’islam e il concetto di “guerra santa” contro i cristiani
e altre religioni.
La conferenza annuale nella città tedesca rappresenta l’appuntamento
più importante al mondo in tema di sicurezza e politiche internazionali.
All’evento partecipano capi di Stato e di governo, politici di primo
piano, organizzazioni internazionali e rappresentanti delle Forze
armante, della società civile, degli affari e dei media.
Il primate caldeo è intervenuto su invito del presidente Msc Wolfgang
Ischinger, ex diplomatico tedesco un tempo ambasciatore a Washington.
Nel suo discorso, il card Sako ha ricordato che l’essenza del
“messaggio” religioso in genere è volto alla coesistenza e alla
cooperazione, alla pace e alla sicurezza, alla libertà e alla dignità.
Tuttavia, per oltre un secolo i cristiani in Medio oriente hanno
sperimentato un clima di “violenza senza fine”.
Dall’impero ottomano alla Prima guerra mondiale, passando per il
conflitto israelo-palestinese e l’invasione statunitense dell’Iraq nel
2003 che ha causato violenze, confusione e innescato una spirale di
terrore, sono molte le cause che spiegano la persecuzione. In
particolare, l’intervento americano ha provocato una situazione di
“caos”, frutto della “dissoluzione dello Stato” e preparato il terreno
per l’avvento dello Stato islamico (SI, ex Isis).
Il dramma dei cristiani è racchiuso nei numeri: 1225 fedeli uccisi in
vari episodi di violenza in Iraq; un milione ha lasciato il Paese;
120mila sfollati da Mosul e dalla piana di Ninive, che hanno dovuto
vivere per oltre tre anni nei campi profughi in condizioni di estremo
bisogno (senza che il governo centrale di Baghdad sia mai intervenuto
per provvedere ai loro bisogni); 58 chiese e molte moschee sono state
bombardate o distrutte; circa 23mila proprietà cristiane, di yazidi e
sabei sono state espropriate dalla “mafia” locale.
Per fermare questa spirale di odio, avverte il porporato, è
necessario “eliminare l’ideologia del jihad” e incoraggiare i leader
religiosi musulmani a superare l’interpretazione “letterale” del Corano e
degli altri testi sacri. A questo si aggiunge la promozione di una
“partecipazione umanitaria e nazionale” allo sviluppo del Paese “in uno
spirito di fraternità”, cui si deve affiancare “il mantenimento del
patrimonio dei cristiani”.
Il card. Sako sottolinea che è “essenziale” una “rapida
stabilizzazione” della piana di Ninive ormai libera dalle milizie
jihadiste, ma sulla quale pende la minaccia delle forze sciite
che di recente hanno messo nel mirino i cristiani. “La comunità
internazionale - conclude - deve assistere gli sfollati e sviluppare una
efficace strategia di lungo periodo”, per garantire “pace e prosperità”
a una nazione che “si suppone ricca di risorse”.
Chaldean Patriarchate
Friday, February 15, 2019
Address of Patriarch Sako at the 55th Munich Security Conference (MSC) 2019Chaldean Patriarchate
Friday, February 15, 2019
Munich Security Conference (English)