By Fides
L'invito rivolto dal Patriarcato caldeo a tutti i cristiani iracheni a unirsi per un giorno al digiuno praticato dai musulmani nel mese di Ramadan (vedi Fides 13/6/2016) ha provocato diverse critiche, espresse anche “con parole inappropriate” attraverso i social network.
Per chiarire la reale portata dell'iniziativa e dipanare possibili malintesi, il Patriarcato caldeo, attraverso i suoi canali ufficiali, ha richiamato alla pratiche del digiuno, della preghiera e della penitenza come strumenti ordinari con cui, fin dai tempi apostolici, le Chiese d'Oriente e tutte le comunità cristiane sparse nel mondo esprimono al Signore le proprie suppliche, anche davanti alle situazioni di sofferenza e di guerra, come quelle vissute attualmente da tutto il popolo iracheno, per chiedere il dono della pace.
Il suggerimento a digiunare insieme ai musulmani – si legge in un messaggio diffuso dal Patriarcato caldeo e pervenuto all'Agenzia Fides – non può certo essere percepito come una chiamata “ai cristiani a convertirsi all'islam o ai musulmani a convertirsi al cristianesimo”. Esso è solo un invito, non implica obblighi per nessuno, ed esprime lo sguardo nutrito dal Vangelo davanti ai travagli attraversati dall'intera nazione irachena, per suscitare sentimenti di solidarietà davanti ai tanti cittadini che vivono la condizione di rifugiati e condividere lo stesso atteggiamento rispetto alle ideologie estremiste che mettono a repentaglio la stessa unità nazionale.
Nel messaggio, il Patriarcato caldeo ringrazia anche i tanti che hanno subito colto lo spirito dell'iniziativa e vi hanno aderito, offrendo prova anche della propria “maturità spirituale”.
L'invito rivolto dal Patriarcato caldeo ai propri fedeli e a tutti i battezzati iracheni, è quello di digiunare insieme ai musulmani dall'alba al tramonto di venerdì 17 giugno.
Per chiarire la reale portata dell'iniziativa e dipanare possibili malintesi, il Patriarcato caldeo, attraverso i suoi canali ufficiali, ha richiamato alla pratiche del digiuno, della preghiera e della penitenza come strumenti ordinari con cui, fin dai tempi apostolici, le Chiese d'Oriente e tutte le comunità cristiane sparse nel mondo esprimono al Signore le proprie suppliche, anche davanti alle situazioni di sofferenza e di guerra, come quelle vissute attualmente da tutto il popolo iracheno, per chiedere il dono della pace.
Il suggerimento a digiunare insieme ai musulmani – si legge in un messaggio diffuso dal Patriarcato caldeo e pervenuto all'Agenzia Fides – non può certo essere percepito come una chiamata “ai cristiani a convertirsi all'islam o ai musulmani a convertirsi al cristianesimo”. Esso è solo un invito, non implica obblighi per nessuno, ed esprime lo sguardo nutrito dal Vangelo davanti ai travagli attraversati dall'intera nazione irachena, per suscitare sentimenti di solidarietà davanti ai tanti cittadini che vivono la condizione di rifugiati e condividere lo stesso atteggiamento rispetto alle ideologie estremiste che mettono a repentaglio la stessa unità nazionale.
Nel messaggio, il Patriarcato caldeo ringrazia anche i tanti che hanno subito colto lo spirito dell'iniziativa e vi hanno aderito, offrendo prova anche della propria “maturità spirituale”.
L'invito rivolto dal Patriarcato caldeo ai propri fedeli e a tutti i battezzati iracheni, è quello di digiunare insieme ai musulmani dall'alba al tramonto di venerdì 17 giugno.