By L'Osservatore Romano
by Francesco Ricupero
Ancora dolore e paura per la comunità cristiana di Kirkuk. Martedì sera, l’ennesimo agguato contro una famiglia caldea. Adnan Elia Jakmakji, 34 anni, e la moglie Raghad al Tawil, 25 anni, sono stati brutalmente uccisi e i loro due figli sono rimasti feriti in un agguato mentre erano a bordo della loro auto. Adnan Elia e Raghad erano commercianti. Usciti dal loro piccolo negozio, non appena sono saliti a bordo della loro auto sono stati improvvisamente raggiunti da una raffica di proiettili che non ha dato scampo alla giovane coppia cristiana. Gli assassini, al momento ancora ignoti, sono riusciti a fuggire facendo perdere le loro tracce.
«Purtroppo, il clima che si respira a Mosul e a Baghdad — spiega a “L’Osservatore Romano” l’arcivescovo di Kirkuk dei Caldei, monsignor Louis Sako — è piuttosto pesante. Non si riesce a garantire la sicurezza alla piccola comunità cristiana. Le forze di polizia non sono sufficientemente preparate per tutelare la loro incolumità. Più volte abbiamo esortato ad alzare il livello di attenzione e di sicurezza ma i risultati raggiunti sono affatto incoraggianti. Speriamo che la situazione non si aggravi con la partenza del contingente americano. Fra pochi giorni è Natale — prosegue l’arcivescovo — e anche quest’anno i cristiani di Mosul e di Baghdad dovranno celebrare le festività in incognito e con la paura che da un momento all’altro gruppi armati facciano irruzione nelle loro abitazioni o nelle comunità e fare fuoco senza un’apparente ragione».
Nonostante la situazione, per i cristiani di Kirkuk, di Erbil e di altri paesi del nord dell’Iraq sia relativamente tranquilla, monsignor Sako ha espresso preoccupazione per il futuro dei cristiani nel Paese. «Le nostre radici sono ben salde e la nostra fede è solida — ribadisce l’arcivescovo di Kirkuk dei Caldei — ma bisogna intervenire in maniera decisa per assicurare a queste persone e a tutte le minoranze il diritto di professare le propria religione senza il rischio di essere, minacciati, perseguitati o uccisi da un momento all’altro».
Monsignor Sako non ha dubbi che l’attentato di martedì sera sia opera di gruppi estremisti che vogliono intimidire le comunità cristiane e le minoranze del Paese. «I due coniugi uccisi erano delle bravissime persone e gran lavoratori. Che minaccia poteva rappresentare una famiglia di commercianti di religione cristiana? Non si può — conclude il presule — vivere quotidianamente nell’angoscia e nel terrore. Adesso che ne sarà dei due figli gravemente feriti?».
I funerali di Adnan Elia Jakmakji e della moglie Raghdad al Tawil sono stati celebrati martedì sera nella chiesa caldea della Vergine Immacolata di Kirkuk*, la stessa chiesa che il 7 dicembre del 2004 e il 17 gennaio del 2008 subì due attentati da parte degli estremisti.
* Nota di Baghdadhope: La cerimonia funebre si è svolta nella città di Mosul e non a Kirkuk
by Francesco Ricupero
Ancora dolore e paura per la comunità cristiana di Kirkuk. Martedì sera, l’ennesimo agguato contro una famiglia caldea. Adnan Elia Jakmakji, 34 anni, e la moglie Raghad al Tawil, 25 anni, sono stati brutalmente uccisi e i loro due figli sono rimasti feriti in un agguato mentre erano a bordo della loro auto. Adnan Elia e Raghad erano commercianti. Usciti dal loro piccolo negozio, non appena sono saliti a bordo della loro auto sono stati improvvisamente raggiunti da una raffica di proiettili che non ha dato scampo alla giovane coppia cristiana. Gli assassini, al momento ancora ignoti, sono riusciti a fuggire facendo perdere le loro tracce.
«Purtroppo, il clima che si respira a Mosul e a Baghdad — spiega a “L’Osservatore Romano” l’arcivescovo di Kirkuk dei Caldei, monsignor Louis Sako — è piuttosto pesante. Non si riesce a garantire la sicurezza alla piccola comunità cristiana. Le forze di polizia non sono sufficientemente preparate per tutelare la loro incolumità. Più volte abbiamo esortato ad alzare il livello di attenzione e di sicurezza ma i risultati raggiunti sono affatto incoraggianti. Speriamo che la situazione non si aggravi con la partenza del contingente americano. Fra pochi giorni è Natale — prosegue l’arcivescovo — e anche quest’anno i cristiani di Mosul e di Baghdad dovranno celebrare le festività in incognito e con la paura che da un momento all’altro gruppi armati facciano irruzione nelle loro abitazioni o nelle comunità e fare fuoco senza un’apparente ragione».
Nonostante la situazione, per i cristiani di Kirkuk, di Erbil e di altri paesi del nord dell’Iraq sia relativamente tranquilla, monsignor Sako ha espresso preoccupazione per il futuro dei cristiani nel Paese. «Le nostre radici sono ben salde e la nostra fede è solida — ribadisce l’arcivescovo di Kirkuk dei Caldei — ma bisogna intervenire in maniera decisa per assicurare a queste persone e a tutte le minoranze il diritto di professare le propria religione senza il rischio di essere, minacciati, perseguitati o uccisi da un momento all’altro».
Monsignor Sako non ha dubbi che l’attentato di martedì sera sia opera di gruppi estremisti che vogliono intimidire le comunità cristiane e le minoranze del Paese. «I due coniugi uccisi erano delle bravissime persone e gran lavoratori. Che minaccia poteva rappresentare una famiglia di commercianti di religione cristiana? Non si può — conclude il presule — vivere quotidianamente nell’angoscia e nel terrore. Adesso che ne sarà dei due figli gravemente feriti?».
I funerali di Adnan Elia Jakmakji e della moglie Raghdad al Tawil sono stati celebrati martedì sera nella chiesa caldea della Vergine Immacolata di Kirkuk*, la stessa chiesa che il 7 dicembre del 2004 e il 17 gennaio del 2008 subì due attentati da parte degli estremisti.
* Nota di Baghdadhope: La cerimonia funebre si è svolta nella città di Mosul e non a Kirkuk