"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

13 ottobre 2005

Gli iracheni all'estero voteranno a dicembre 2005

Secondo quanto dichiarato dal Dr. FARID AYAR, a capo della Indipendent Electoral Commission of Iraq (IECI) gli iracheni residenti all'estero, se non potranno votare per il referendum del 15 ottobre prossimo, potranno farlo per le elezioni che si terranno il 15 dicembre. I seggi elettorali per gli iracheni residenti all'estero saranno allestiti in 20 paesi: Australia; Belgio; Canada; Danimarca; Egitto; Emirati Arabi Uniti; Germania; Giordania; Iran; Kuwait; Libano; Libia; Olanda; Regno Unito; Siria; Stati Uniti D'America; Svezia; Svizzera; Turchia; Yemen.
La IECI gestirà le elezioni all'estero con l'aiuto delle Nazioni Unite e delle nazioni ospitanti e questa volta, a differenza di quanto avvenuto per le elezioni del 30 gennaio scorso, non sarà necessario registrarsi prima delle votazioni, una procedura che, considerando i pochi seggi allestiti all'estero, aveva certamente impedito il voto a molti iracheni impossibilitati a recarsi per due volte nel giro di due settimane in città magari lontane. Le procedure di voto all'estero precederanno quelle in Iraq e si svolgeranno in cinque giorni, ma anche questa volta l'Italia non ospiterà nessun seggio costringendo gli iracheni residenti nel nostro paese che vorranno votare a farlo in uno dei 20 paesi elencati.
Alle votazioni saranno quindi interessati anche tutti i cristiani iracheni che risiedono al di fuori del paese e che ormai rappresentano la maggioranza. Per quanto riguarda la chiesa cattolica caldea, ad esempio, alcune stime indicano in due milioni i fedeli residenti all'estero ed in 600.000 quelli residenti in Iraq. Le stime possono essere imprecise a causa dell'mpossibilità di tenere un censimento in Iraq, ed all'estrema mobilità dei cristiani iracheni che continuano a lasciare il paese a causa delle violenze e della mancanza di speranza in un futuro migliore, ma certo non sono molto lontane dal vero se lo stesso Patriarca della chiesa Cattolica Caldea, Sua Beatitudine Emmanuel Delly III ha parlato di circa 800.000 cristiani in Iraq appartenenti a tutte le confessioni, legate a Roma o meno. (http://www.aina.org/news/2005101194618.htm)
Per informazioni sulle procedure elettorali in Iraq ed all'estero: http://www.ieciraq.org/English/Frameset_english.htm