Foto Patriarcato caldeo |
Sono questi i principali punti che emergono dal comunicato finale dell’assemblea dei vescovi caldei iracheni che si è tenuta l’8 dicembre ad Ankawa (Erbil), nel Kurdistan iracheno.
I presuli hanno ribadito il loro impegno nel campo pastorale e, in questo ambito, hanno preso in considerazione l’organizzazione di un evento riservato ai giovani caldei in Iraq.
Ribadito anche l’invito al Governo a “proteggere le proprietà dei cristiani nella regione e a garantire il loro diritto al lavoro e all’uguaglianza come cittadini, alla pari degli altri, e di tradurlo sul campo e non limitarsi a discorsi e slogan”. Sul piano civile e politico i vescovi hanno fatto riferimento alla fase cruciale che sta attraversando il Paese, dopo le elezioni legislative. Da qui l’esortazione ai funzionari a “diffondere lo spirito di rassicurazione, pace, tolleranza e amore, evitando tutto ciò che alimenta quelle controversie che potrebbero dare adito a divisioni che mettono in pericolo la coesione nazionale e la pace civile”. Per i vescovi caldei esiste “una responsabilità nazionale e morale verso il dialogo tra tutti i fratelli per la comprensione pacifica e l’accelerazione della formazione di un governo nazionale, composto da persone competenti e coerenti, con una strategia unitaria che fornisca gli ingredienti per una vita dignitosa per i cittadini e capace di guidare il Paese verso la pace, la sicurezza e la stabilità”.
Il comunicato finale si chiude con gli auguri natalizi di salute, sicurezza, pace e stabilità per l’Iraq.