"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

21 dicembre 2021

Iraq: card. Sako (patriarca caldeo), nel messaggio di Natale “appello alla pace e alla riconciliazione”


“Tra le preoccupazioni derivanti dal clima politico carico di tensioni e conflitti e dalle sfide post elettorali, dall’inquinamento ambientale, dal cambiamento climatico e dal Covid-19, la nascita di Cristo viene a ricordarci con forza il messaggio di speranza, di pace, fratellanza, amore, solidarietà di Dio. Il Natale è un’occasione speciale per ricaricare la nostra fede e rinnovare la nostra speranza ed entusiasmo ed è un appello alla pace e alla sicurezza, all’amore, alla misericordia, alla dignità, alla riconciliazione e al rafforzamento delle relazioni fraterne”. Comincia così il Messaggio di Natale del patriarca caldeo, card. Louis Raphael Sako, diffuso oggi dal patriarcato caldeo. La nascita di Cristo – si legge nel testo – ricorda la presenza di Dio in mezzo a noi. 
La sua nascita esprime l’amore del Signore per le persone di tutte le nazionalità, culture e di tutte le età, e la sua vicinanza e sollecitudine per loro. Dal Natale deriva l’impegno dei cristiani nel “servizio ai fratelli, specialmente quelli che sono i più poveri e fragili. La nascita di Cristo è un ritorno alle sorgenti per affrontare e correggere le questioni importanti nella nostra vita e per promuovere con più maturità e consapevolezza la fratellanza, la tolleranza, la pace e l’amore”. 
Il Natale, spiega Mar Sako, è foriero di “speranza quando si innesta nella missione politica e nel servizio elevandolo al livello delle aspirazioni dei cittadini attraverso una sincera visione nazionale e uno spazio solido di dialogo, nell’interesse della sicurezza, della democrazia e della dignità degli iracheni. Questa speranza – conclude Mar Sako – dovrebbe essere tradotta dagli iracheni sul campo rifiutando le differenze, rompendo l’affiliazione settaria, consolidando l’appartenenza nazionale e cercando insieme di costruire uno Stato civile, uno Stato di cittadinanza, di giustizia e di diritto. Uno Stato i cui cittadini vivono in libertà, dignità, sicurezza e uguaglianza”. 
Infine una preghiera: “a Natale preghiamo per la pace e la stabilità nel nostro Paese, in Iraq e nel mondo, e lasciamo che ognuno di noi irradi i valori della tolleranza, dell’amore, della pace, della vita e della fratellanza, affinché sia data gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra: la Vergine Maria interceda per noi”.