“Le nostre circostanze sono difficili, così come quelle della nascita di Gesù. Questo tempo ci richiede di lavorare tutti come una squadra armoniosa, di restare accanto ai nostri fedeli e non permettere l’isolamento e la divisione”: così il card. Louis Raphael Sako, patriarca caldeo di Baghdad, ha aperto ieri ad Ankawa (Kurdistan) l’annuale incontro spirituale e culturale dei vescovi e dei sacerdoti caldei in Iraq, in preparazione alle celebrazioni del Natale.
“Ci sono quelli che macchiano la reputazione della Chiesa e indeboliscono la fiducia in essa senza motivo – ha avvertito il cardinale – e questo è un atto malvagio. I sacerdoti devono lavorare in comunione con i loro vescovi con fiducia, dedizione e rispetto per le varie opinioni”. Per Mar Sako “è inaccettabile che un sacerdote ‘lavori in proprio’. Vescovi e sacerdoti devono lavorare in armonia con il loro patriarca e con il Sommo Pontefice. Noi siamo parte della Chiesa universale e non ne siamo separati”. Da qui il monito: “Non sprechiamo le conquiste avvenute nelle nostre diocesi con cose futili. Queste conquiste sono motivo di gioia. La nostra Chiesa è presente nella comunità irachena, ecclesiastica e internazionale. Grazie a Dio per tutto ciò che è stato raggiunto nonostante le sfide”. Infine il ringraziamento: “Grazie per la vostra partecipazione, impegno e dedizione. Dobbiamo rafforzare questa presenza con responsabilità, amore e umiltà, e non indebolirla! Siamo missionari e servitori del Vangelo, nient’altro. Camminiamo insieme, come ha esortato Papa Francesco, in maniera sinodale”.
“Ci sono quelli che macchiano la reputazione della Chiesa e indeboliscono la fiducia in essa senza motivo – ha avvertito il cardinale – e questo è un atto malvagio. I sacerdoti devono lavorare in comunione con i loro vescovi con fiducia, dedizione e rispetto per le varie opinioni”. Per Mar Sako “è inaccettabile che un sacerdote ‘lavori in proprio’. Vescovi e sacerdoti devono lavorare in armonia con il loro patriarca e con il Sommo Pontefice. Noi siamo parte della Chiesa universale e non ne siamo separati”. Da qui il monito: “Non sprechiamo le conquiste avvenute nelle nostre diocesi con cose futili. Queste conquiste sono motivo di gioia. La nostra Chiesa è presente nella comunità irachena, ecclesiastica e internazionale. Grazie a Dio per tutto ciò che è stato raggiunto nonostante le sfide”. Infine il ringraziamento: “Grazie per la vostra partecipazione, impegno e dedizione. Dobbiamo rafforzare questa presenza con responsabilità, amore e umiltà, e non indebolirla! Siamo missionari e servitori del Vangelo, nient’altro. Camminiamo insieme, come ha esortato Papa Francesco, in maniera sinodale”.