By SIR
“Le
atrocità perpetrate nei confronti dei cristiani in Siria e in Iraq sono
talmente raccapriccianti, da non riuscire a trovare le parole adeguate,
e la loro sofferenza non deve essere dimenticata”.
È il monito di monsignor Antoine Camilleri, sotto-segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, che intervenendo ieri a Vienna alla riunione dell’Osce ha puntato il dito contro la “barbara persecuzione dei cristiani” che si verifica in molte parti del mondo.
È il monito di monsignor Antoine Camilleri, sotto-segretario vaticano per i rapporti con gli Stati, che intervenendo ieri a Vienna alla riunione dell’Osce ha puntato il dito contro la “barbara persecuzione dei cristiani” che si verifica in molte parti del mondo.
“Negli ultimi giorni, l’ombra mortale
dell’estremismo violento e del terrorismo è scesa ancora una volta
sulla comunità copta in Egitto”, ha fatto notare l’esponente della Santa
Sede, secondo il quale “la discriminazione e l’intolleranza, compresi i
crimini d’odio, colpiscono molti cristiani”.
“I continui e ripetuti attacchi a chiese cristiane e a edifici religiosi, confermati dai dati dell’Odihr, smentiscono facilmente l’idea che i cristiani non subiscono intolleranze”, la tesi di Camilleri. Senza contare le “nuove forme di intolleranza e discriminazione”, come la “crescente marginalizzazione della religione, in particolare del cristianesimo”. “Vi sono alcuni che sostengono che la voce della religione andrebbe messa a tacere, o tutt’al più relegata alla sfera puramente privata”, la denuncia di Camilleri: “Vi sono alcuni che sostengono che la celebrazione pubblica di festività come il Natale andrebbe scoraggiata, secondo la discutibile convinzione che essa potrebbe in qualche modo offendere coloro che appartengono ad altre religioni o a nessuna. E vi sono altri ancora che – paradossalmente con lo scopo di eliminare le discriminazioni – ritengono che i cristiani che rivestono cariche pubbliche dovrebbero, in determinati casi, agire contro la propria coscienza”. Si tratta, per Camilleri, di un “sentimento anticristiano” che “si basa sul contrapporre la libertà di religione o di credo a qualche nozione generale di tolleranza e di non-discriminazione”.
“I continui e ripetuti attacchi a chiese cristiane e a edifici religiosi, confermati dai dati dell’Odihr, smentiscono facilmente l’idea che i cristiani non subiscono intolleranze”, la tesi di Camilleri. Senza contare le “nuove forme di intolleranza e discriminazione”, come la “crescente marginalizzazione della religione, in particolare del cristianesimo”. “Vi sono alcuni che sostengono che la voce della religione andrebbe messa a tacere, o tutt’al più relegata alla sfera puramente privata”, la denuncia di Camilleri: “Vi sono alcuni che sostengono che la celebrazione pubblica di festività come il Natale andrebbe scoraggiata, secondo la discutibile convinzione che essa potrebbe in qualche modo offendere coloro che appartengono ad altre religioni o a nessuna. E vi sono altri ancora che – paradossalmente con lo scopo di eliminare le discriminazioni – ritengono che i cristiani che rivestono cariche pubbliche dovrebbero, in determinati casi, agire contro la propria coscienza”. Si tratta, per Camilleri, di un “sentimento anticristiano” che “si basa sul contrapporre la libertà di religione o di credo a qualche nozione generale di tolleranza e di non-discriminazione”.