“In Germania le donne musulmane vanno in giro con un bambino nella carrozzina; le tedesche passeggiano in compagnia di cani o gatti”. La provocazione di mons. Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk a commento del Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della pace 2008.
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“L’Occidente sta perdendo il senso della comunione familiare con la sua insistenza sull’individualismo” e questo rappresenta un rischio per la pace “L’avvenire dell’umanità dipende dalla famiglia. È la famiglia l’ambiente in cui i membri imparano a dialogare, a rispettarsi reciprocamente nella diversità”. Sono le parole di monsignor Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk, a commento del Messaggio del Papa dal titolo “Famiglia umana, comunità di pace” *.
“Il Santo Padre – scrive il vescovo - ha scelto questo tema per la Giornata mondiale della pace perché il contesto familiare è il più importante nelle relazioni di ognuno di noi, in bene e in male. Un proverbio latino recita: Si vis pacem, para bellum (se vuoi la pace prepara la guerra). Bisogna cambiarlo così: se vuoi la pace, una pace giusta e duratura, prepara la famiglia. Perchè la pace, la giustizia e la libertà partono dal riconoscere l’uomo come mio fratello! L’avvenire dell’umanità dipende dalla famiglia. È la famiglia l’ambiente in cui i membri imparano a dialogare, a rispettarsi reciprocamente nella diversità”.
Il prelato iracheno non risparmia una frecciata all’indirizzo dell’Europa secolarizzata: “In Occidente la famiglia affronta difficoltà relazionali. L’estate scorsa mi trovavo in Germania: sulle strade si vedevano le donne musulmane con un bambino nella carrozzina, mentre le tedesche passeggiavano spesso in compagnia di un cane o un gatto! L’Occidente sta perdendo il senso della comunione familiare con la sua insistenza sull’individualismo. Da noi in Iraq, invece, non è concepibile vivere isolati. Non possiamo vivere fuori della famiglia. Mentre un occidentale accetta facilmente una condizione di single e ne vede i miei vantaggi, un orientale pensa alla sua famiglia e cercare i vantaggi comuni”.
E aggiunge: “Nella teologia cristiana, sopratutto orientale, la famiglia rappresenta l’immagine della Trinità; lo Spirito Santo è considerato da alcuni padri siriaci una madre. Perciò i rapporti nella famiglia devono riflettere i rapporti fra le tre persone della Trinità. Così, nella famiglia cristiana la Chiesa cresce e la società si rinnova. La famiglia è una Chiesa domestica, ma anche è la base di una società. Per i cristiani orientali avere una famiglia è una vocazione, una benedizione e una missione. Non voglio dire che tutto da noi sia perfetto e in Occidente cattivo”.
L‘arcivescovo di Kirkuk chiude il commento con un auspicio che è anche la speranza di tutti i cristiani di quella terra tormentata: “Sogno il mio Iraq come una famiglia riconciliata e una comunità di pace”.
*Il commento del vescovo, in versione integrale, sarà pubblicato sul numero di gennaio 2008 di “Mondo e Missione”.