"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

16 novembre 2007

Parlamento Europeo: Garantire la sicurezza delle comunità cristiane e la libertà di culto

Fonte: Parlamento Europeo

Il Parlamento condanna tutti gli atti di violenza contro le comunità cristiane nel mondo. Chiede quindi ai paesi interessati di fornire garanzie adeguate e effettive nel campo della libertà di religione e di migliorare la sicurezza delle comunità cristiane. Appoggiando il dialogo interreligioso, invita le autorità religiose a promuovere la tolleranza e ad agire contro l'estremismo. La situazione dei cristiani, inoltre, deve essere tenuta in conto dall'UE nella sua politica estera e di sviluppo.

Approvando con due soli voti contrari e un astenuto (i due voti contrari sono dei Verdi Hélène Flautre (francese) e Raul Romeva i Rueda (spagnolo), l'astensione è della deputata portoghese socialista (PSE) Ana Maria Gomes)* una risoluzione comune promossa da Mario Mauro (PPE/DE, IT) e sostenuta da tutti i gruppi (eccetto i Verdi/ALE), il Parlamento «condanna risolutamente tutti gli atti di violenza contro comunità cristiane, ovunque essi si verifichino, ed esorta i governi interessati a tradurre in giudizio gli autori di tali reati». In proposito, elenca tutti i recenti casi di persecuzione e violenza subiti dai cristiani in Pakistan, a Gaza, in Turchia, in Cina, in Vietnam, in Sudan, in Iraq e in Siria. A quest'ultimo proposito, esprime anche preoccupazione per l'esodo di cristiani dall'Iraq e sottolinea che il 24% dei 38.000 iracheni registrati dall'UNHACR in Siria erano cristiani, mentre la gran parte dei due milioni di sfollati in Siria appartiene a minoranze cristiane. Deplora inoltre il rapimento nelle Filippine del sacerdote cattolico Giancarlo Bossi. Il Parlamento sottolinea che, in alcuni casi, la situazione delle comunità cristiane è tale «da compromettere la loro sopravvivenza» e che, qualora esse scomparissero, «una parte significativa del patrimonio religioso dei paesi in questione andrebbe perduta». Ricordando peraltro di essersi espresso a più riprese a favore delle comunità religiose e della tutela delle loro identità, ovunque nel mondo, così come a favore del riconoscimento della protezione delle minoranze religiose, senza distinzioni di sorta, condanna fermamente tutte le forme di discriminazione e intolleranza basate sulla religione o il credo, come pure gli atti di violenza contro tutte le comunità religiose. Esorta quindi i paesi interessati a far sì che il loro ordinamento giuridico e costituzionale offra «garanzie adeguate ed effettive» per quanto riguarda la libertà di religione o di credo, nonché vie di ricorso per le vittime in caso di violazione di questa libertà. Sottolinea infatti che il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione «è un diritto umano fondamentale garantito da vari strumenti giuridici internazionali». Il Parlamento sollecita pertanto i governi dei paesi interessati a migliorare la sicurezza delle comunità cristiane e sottolinea che le autorità pubbliche «hanno il dovere di tutelare tutte le comunità religiose, incluse quelle cristiane, dalla discriminazione e dalla repressione». Raccomanda poi che le sue commissioni competenti esaminino la situazione delle comunità cristiane, «in particolare in Medio Oriente». Appoggia peraltro «risolutamente» tutte le iniziative volte a incoraggiare il dialogo e il rispetto reciproco tra le religioni. Invita pertanto tutte le autorità religiose a promuovere la tolleranza e a prendere iniziative contro l'odio e la radicalizzazione violenta ed estremista. Commissione e Consiglio sono inoltre invitati a sollevare la questione della situazione delle comunità cristiane nel quadro del dialogo politico con i paesi in cui tali comunità sono minacciate, «promuovendo un impegno strategico da parte dei paesi in questione sulla base delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani». E a prestare particolare attenzione a tale questione nell'elaborazione ed implementazione di programmi di cooperazione ed aiuto allo sviluppo con quegli stessi paesi.
* Fonte Federico Rossetto. Addetto Stampa Commissione Parlamentare Petizioni

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Risoluzione del Parlamento europeo del 15 settembre 2007 su gravi episodi che mettono a repentaglio l'esistenza delle comunità cristiane e di altre comunità religiose
Il Parlamento europeo ,
– visto l'articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (UDHR), del 1948,
– visto l'articolo 9 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo (ECHR), del 1950,
– visto l'articolo 18 della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR), del 1966,
– vista la dichiarazione delle Nazioni unite sull'eliminazione di ogni forma di intolleranza e di discriminazione fondata sulla religione e sul credo, del 1981,
– visti i documenti elaborati dalla relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione e di credo, in particolare quelli dell'8 marzo 2007, del 20 luglio 2007 e del 20 agosto 2007,
– viste le sue relazioni annuali sulla situazione dei diritti umani nel mondo e le sue precedenti risoluzioni sulle minoranze religiose nel mondo,
– viste le sue risoluzioni del 25 ottobre 2007 sul Pakistan
(1) e sull'Iran(2) ,
– vista la sua risoluzione del 28 aprile 2005 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo nel 2004 e sulla politica dell'UE in materia
(3) ,
vista la sua risoluzione del 6 luglio 2005 sull'Unione europea e l'Iraq concernente un quadro per l'impegno(4) ,
vista la sua risoluzione del 6 aprile 2006 sull'Iraq concernente la comunità assira e la situazione nelle prigioni irachene
(5) ,
– vista la sua risoluzione del 10 maggio 2007 sulle riforme nel mondo arabo e la strategia dell'Unione europea: quale strategia per l'Unione europea?
(6) ,
– visto l'articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. ricordando che, nelle sue relazioni con il resto del mondo, l'Unione europea afferma e promuove i propri valori e contribuisce alla pace, al rispetto reciproco tra i popoli e alla salvaguardia dei diritti dell'uomo,
B. sottolineando che si è espresso a più riprese a favore dei diritti delle comunità religiose e della tutela della loro identità, ovunque nel mondo, così come a favore del riconoscimento e della protezione delle minoranze religiose, senza distinzioni di sorta,
C. dichiarandosi vivamente preoccupato, in tale contesto, per il moltiplicarsi di episodi di intolleranza e repressione nei confronti delle comunità cristiane, in particolare in alcuni paesi dell'Africa, dell'Asia e del Medio Oriente,
D. ricordando la sua profonda adesione ai principi della libertà di pensiero, di coscienza, di religione e di culto, ovunque nel mondo, nonché al principio della laicità dello Stato e delle sue istituzioni pubbliche; sottolineando che tali autorità hanno il compito, ovunque nel mondo, di garantire dette libertà, compresa la libertà di cambiare la propria fede religiosa,
E. sottolineando l'importanza del dialogo tra le religioni per promuovere la pace e la comprensione tra i popoli,
F. ricordando che è compito dei leader politici e religiosi, a tutti i livelli, combattere l'estremismo e promuovere il rispetto reciproco,
G. considerando che, secondo la normativa internazionale in materia di diritti umani, e in particolare secondo l'articolo 18 della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti,
H. considerando che la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione e di credo richiama l'attenzione su situazioni preoccupanti di violazione della libertà di adottare una religione o un credo, di cambiarli o di rinunciare ad essi, oltre a segnalare numerosi casi di discriminazione e violenza tra religioni diverse, di uccisioni e di arresti arbitrari per ragioni legate alla religione o al credo,
I. considerando che anche altre categorie di persone, come i profughi, gli sfollati interni, i richiedenti asilo, i migranti, le persone private della libertà, le minoranze etniche, religiose e linguistiche e i figli di credenti subiscono sempre più di frequente violazioni del diritto alla libertà di religione o di credo; ricordando a tale proposito il principio di non-refoulement conformemente all'articolo 33 della Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati,
J. esprimendo preoccupazione per i recenti episodi di violenza in Iraq, fra cui il rapimento di due sacerdoti cattolici, padre Pius Afas e padre Mazen Ishoa, il 14 ottobre 2007 a Mosul; l'uccisione di due cristiani assiri, Zuhair Youssef Astavo Kermles e Luay Solomon Numan, entrambi membri dell'organizzazione National Union of Bet-Nahrin , avvenuta a Mosul il 28 giugno 2007; l'uccisione di un sacerdote caldeo, padre Ragheed Ganni, e dei tre diaconi che lo assistevano, avvenuta il 3 giugno 2007 a Mosul,
K. deplorando la situazione dei villaggi assiri situati in prossimità del confine turco, come il villaggio di Kani Masi,
L. dichiarandosi preoccupato per i recenti episodi di violenza in Pakistan, fra cui l'assalto contro una chiesa cristiana il 10 ottobre 2007 a Godwinh, alla periferia di Lahore; la bomba che il 15 settembre 2005 ha seriamente danneggiato una scuola, la "Saint John Bosco Model School ", gestita dai missionari di Mill Hill nel distretto di Bannu; l'uccisione del vescovo protestante Arif Khan e di sua moglie il 29 agosto 2007 a Islamabad,
M. deplorando l'uccisione di Rami Khader Ayyad, titolare di una libreria cristiana, avvenuta il 7 ottobre 2007 a Gaza,
N. dichiarandosi profondamente addolorato per l'uccisione di due giovani copti, Wasi Sadek Ishaq e Karam Klieb Endarawis, avvenuta il 3 ottobre 2007 ad Awlad Toq Garb, in Egitto,
O. dichiarandosi inorridito per l'attacco perpetrato il 18 aprile 2007 contro la casa editrice cristiana Zirve a Malatya, in Turchia, con l'uccisione di tre cristiani, Tilmann Geske, Necati Aydin e Ugur Yuksel; ricordando la sua risoluzione del 24 ottobre 2007 sulle relazioni UE-Turchia
(7) e la sua viva condanna dell'assassinio di Hrant Dink e del sacerdote cattolico Andrea Santoro,
P. deplorando il rapimento nelle Filippine del sacerdote cattolico padre Giancarlo Bossi,
Q. sottolineando in particolare la gravità della situazione delle comunità cristiane del Sudan, i cui membri continuano ad essere oggetto della repressione delle autorità di Khartoum,
R. considerando che negli ultimi anni centinaia di famiglie assiro-cristiane che vivono nei zona di Dora, a sud di Baghdad, hanno lasciato la città a seguito di intimidazioni, minacce e violenze,
S. considerando che l'esodo dei cristiani dall'Iraq è fonte di serie preoccupazioni, come sottolinea il fatto che, nel 2006, circa il 24% dei 38.000 iracheni complessivamente registrati dall'Alto Commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) in Siria erano cristiani e che la gran parte degli sfollati interni in Iraq - che sono più di due milioni - appartiene a minoranze cristiane dirette per lo più verso la piana di Ninive,
T. sottolineando la gravità della situazione per quanto concerne la libertà religiosa nella Repubblica popolare cinese, dove le autorità continuano a reprimere qualsiasi manifestazione religiosa, soprattutto nei confronti della chiesa cattolica, molti dei cui fedeli e vescovi sono detenuti da anni e in alcuni casi sono morti in carcere,
U. sottolineando che anche in Vietnam si registra una forte repressione contro le attività della chiesa cattolica e di altre religioni, come dimostra la grave situazione in cui versano le comunità dei montagnard vietnamiti,
V. sottolineando che in alcuni casi la situazione delle comunità cristiane è tale da compromettere la loro sopravvivenza e che, qualora esse scomparissero, una parte significativa del patrimonio religioso dei paesi in questione andrebbe perduta,
1. condanna risolutamente tutti gli atti di violenza contro comunità cristiane, ovunque essi si verifichino, ed esorta i governi interessati a tradurre in giudizio gli autori di tali reati;
2. condanna fermamente tutte le forme di discriminazione e intolleranza basate sulla religione o il credo, come pure gli atti di violenza contro tutte le comunità religiose; esorta i paesi interessati a far sì che il loro ordinamento giuridico e costituzionale offra garanzie adeguate ed effettive per quanto riguarda la libertà di religione o di credo, nonché vie di ricorso per le vittime in caso di violazione della libertà di religione o di credo;
3. sottolinea che il diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione è un diritto umano fondamentale garantito da vari strumenti giuridici internazionali; ribadisce nel contempo la sua profonda adesione al concetto fondamentale dell'interdipendenza dei diritti umani;
4. appoggia risolutamente tutte le iniziative volte a incoraggiare il dialogo e il rispetto reciproco tra le religioni; invita tutte le autorità religiose a promuovere la tolleranza e a prendere iniziative contro l'odio e la radicalizzazione violenta ed estremista;
5. sollecita i governi dei paesi interessati a migliorare la sicurezza delle comunità cristiane; sottolinea di conseguenza che le autorità pubbliche hanno il dovere di tutelare tutte le comunità religiose, incluse quelle cristiane, dalla discriminazione e dalla repressione;
6. invita la Commissione e il Consiglio a sollevare la questione della situazione delle comunità cristiane nel quadro del dialogo politico con i paesi in cui tali comunità sono minacciate, promuovendo un impegno strategico da parte dei paesi in questione sulla base delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani;
7. invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a contribuire ulteriormente al rafforzamento dei diritti umani e dello stato di diritto attraverso gli strumenti di politica estera dell'UE;
8. chiede alla Commissione e al Consiglio di prestare particolare attenzione alla situazione delle comunità religiose, ivi comprese le comunità cristiane, in quei paesi dove sono minacciate, nel momento dell'elaborazione ed implementazione di programmi di cooperazione ed aiuto allo sviluppo con quegli stessi paesi;
9. chiede all'Unione europea e agli Stati membri di destinare maggiori fondi alle attività dell'UNHCR e agli aiuti umanitari gestiti da questa organizzazione;
10. raccomanda che le sue commissioni competenti esaminino la situazione delle comunità cristiane, in particolare in Medio Oriente;
11. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Segretario generale delle Nazioni Unite e al Consiglio per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite.