By Wisam Khalil
"C'è grandissima preoccupazione nella comunità cristiana per l'ingente stanziamento lungo il confine con il Kurdistan di forze turche, con lo scopo di penetrare in territorio iracheno e attaccare gli elementi del Pkk": è quanto dichiara Monsignor Rabban al-Qass, vescovo di Amadiya, nel Kurdistan iracheno. In un'intervista ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL, monsignor Qass si dice convinto che "tutto ciò che si vuole risolvere con la guerra e con l'uso delle armi possa essere risolto pacificamente attraverso il dialogo. La capacità di dialogare è ciò che ci distingue in quanto esseri umani". Secondo il vescovo di Amadiya, "le minacce turche gravano sul Kurdistan nel suo insieme e in primo luogo sui villaggi cristiani lungo la frontiera comune tra Turchia ed Iraq, in cui si trovano molti cristiani rifugati a causa del peggioramento delle condizioni di sicurezza a Baghdad e Mossul. Non vogliamo che costoro siano coinvolti un'altra guerra - prosegue - E' l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno".
Monsignor Qass rivolge quindi un appello alla Turchia, perchè "rifletta bene prima di prendere una decisione come questa, che coinvolgerebbe migliaia di persone". Il vescovo curdo conclude esprimendo la speranza che "lo spettro della guerra si allontani" dalla regione e che "si diffonda la pace che sempre invochiamo. Questo è il nostro messaggio e lo spirito della nostra religione, la religione dell'amore".