Fonte: SIR
Sono almeno 27 i cristiani uccisi negli ultimi due mesi a Mosul e Kirkuk mentre uscivano dalle loro chiese o da gruppi di preghiera tenuti presso delle abitazioni private. La denuncia arriva dal portavoce della Christian peace association, il religioso Lucas Barini e raccolta dall’Irin, l’ufficio delle Nazioni Unite di coordinamento degli affari umanitari. “Il panico si è diffuso – dichiara Barini – anche perché tra le vittime ci sono molte donne e bambini. Solo nelle ultime due settimane almeno 120 famiglie hanno ricevuto lettere di minaccia con l’intimazione di lasciare Mosul e Kirkuk entro un mese e ora non sanno dove andare”.
A riguardo la Cpa insieme ad altre quattro Ong locali – Iraq Aid association, White birds clerics organisation, Catholic organisation of Virgin Mary e Christian refugee council - ha chiesto aiuto alle nazioni europee e alle Ong internazionali “affinché aiutino le comunità cristiane la cui sicurezza è peggiorata con molte famiglie che non hanno i soldi necessari per lasciare l’Iraq. Speriamo – afferma Barini – di arrivare ad una soluzione rapida. Ci sono persone che muoiono a causa della loro fede”. A ribadire la drammaticità della situazione è anche padre Danilo Anuar, portavoce dell’organizzazione cattolica della Vergine Maria: "cerchiamo di mantenere la nostra fede religiosa e di continuare il nostro lavoro pastorale ma il 23 ottobre è stata uccisa una coppia che aveva ospitato in casa a Mosul un momento di preghiera. Da allora stiamo chiedendo alle famiglie di pregare solo nelle proprie case e di non fare uscire i loro figli”. Secondo la Cpa i cristiani rimasti in Iraq sono circa 450 mila degli 800 mila stimati prima della guerra del 2003.