Fonte: Sito Ufficiale del Vaticano
Il viaggio del Santo Padre Benedetto XVI in Turchia è un viaggio pastorale, ecumenico ed all’insegna del dialogo con il mondo islamico. In quanto pastorale esso prevede l'incontro con le diverse comunità cattoliche del paese tra le quali è quella caldea:
Un viaggio pastorale
La Chiesa cattolica di Turchia, nelle sue espressioni rituali diverse (latina, armena cattolica, siro cattolica, caldea) costituisce una piccola minoranza all’interno di un mondo musulmano prevalentemente sunnita. In continuità con l’apostolo Pietro che da Roma indirizzò una lettera (1 Pietro) alle comunità cristiane in diaspora dell’attuale Turchia, anche il suo successore s’indirizza alle stesse comunità facendo ad esse dono, non solo della sua parola, anche della sua presenza. Pietro invitava i cristiani di queste terre “a dare ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3, 15). Nel presente momento storico, che ha visto il sorgere e l’affermarsi di forme d’intolleranza religiosa, Papa Benedetto XVI, mediante l’annuncio della Parola e la celebrazione dei Sacramenti, viene a confermare la comunità cattolica di Turchia nella fedeltà a Cristo e nella speranza in Lui.
Le celebrazioni dell’Eucaristia con i fedeli cattolici di Turchia sono due. La prima ha luogo presso il santuario mariano nazionale di Meryen Aria Evi (Casa della Madre Maria), ad Efeso, città in cui il concilio del 431 proclamò la sua divina maternità, ma anche dove ‑ secondo una pia tradizione ‑ Maria sarebbe vissuta per un certo tempo insieme con San Giovanni. Il santuario è punto d’incontro e di preghiera per cristiani e per musulmani che in Maria riconoscono la madre sempre vergine di Gesù eletta da Dio per il bene dell’umanità.
La seconda celebrazione Eucaristica ha luogo il 1° dicembre ad Istanbul nella Chiesa cattedrale dello Spirito Santo. La partecipazione alla Santa Messa in rito latino di una rappresentanza delle comunità cattoliche di Turchia appartenenti ai diversi riti orientali è sottolineata dalla presenza di espressioni rituali proprie di ciascun Rito.
Il libro liturgico del viaggio
La celebrazione nella Cattedrale dello Spirito Santo (1 dicembre 2006)
La celebrazione nella Cattedrale di Istanbul ha una dimensione pneumatologica esplicitata dalla celebrazione della Messa votiva dello Spirito Santo. Tale dimensione è legata non solo al titolo dello “Spirito Santo” della Cattedrale ma anche dalla particolare configurazione dell’assemblea, convocata per la celebrazione, formata da vari gruppi di persone, di diverse lingue e di diversi riti, ma uniti dalla stessa fede, dalla stessa carità e dallo stesso Spirito.
La celebrazione, sia nell’uso delle lingue che di alcune sequenze rituali, vuole essere l’espressione delle varie componenti della comunità cattolica.
Il formulario della Messa è proprio dello Spirito Santo. Vengono usate le seguenti lingue: il latino, il turco, il francese, il tedesco, il siriaco, l’arabo e lo spagnolo.
Alcune sequenze rituali sottolineano la presenza dei vari riti orientali: l’armeno, il caldeo, il siro. Agli armeni è riservato: il canto d’ingresso e il Sanctus; ai caldei: il Salmo responsoriale e il canto di offertorio eseguito in lingua aramaica; ai siri: la proclamazione del Vangelo secondo le modalità del proprio rito.
La celebrazione nella Cattedrale di Istanbul ha una dimensione pneumatologica esplicitata dalla celebrazione della Messa votiva dello Spirito Santo. Tale dimensione è legata non solo al titolo dello “Spirito Santo” della Cattedrale ma anche dalla particolare configurazione dell’assemblea, convocata per la celebrazione, formata da vari gruppi di persone, di diverse lingue e di diversi riti, ma uniti dalla stessa fede, dalla stessa carità e dallo stesso Spirito.
La celebrazione, sia nell’uso delle lingue che di alcune sequenze rituali, vuole essere l’espressione delle varie componenti della comunità cattolica.
Il formulario della Messa è proprio dello Spirito Santo. Vengono usate le seguenti lingue: il latino, il turco, il francese, il tedesco, il siriaco, l’arabo e lo spagnolo.
Alcune sequenze rituali sottolineano la presenza dei vari riti orientali: l’armeno, il caldeo, il siro. Agli armeni è riservato: il canto d’ingresso e il Sanctus; ai caldei: il Salmo responsoriale e il canto di offertorio eseguito in lingua aramaica; ai siri: la proclamazione del Vangelo secondo le modalità del proprio rito.
Leggi sul sito del Vaticano il programma del Viaggio Apostolico del Santo Padre: