"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

19 novembre 2006

Rapito un altro sacerdote in Iraq

Padre Douglas Al Bazi è il parroco della chiesa cattolica caldea di Mar Eliya a Baghdad e dalle 10.00 di domenica 19 novembre non ci sono più sue notizie. I suoi cellulari sono staccati e nessuno, neanche al Patriarcato Caldeo, sa niente di lui, che a quell'ora ha lasciato la chiesa in macchina e senza scorta. La notizia, confermata la stessa sera della sua sparizione da una fonte certa, ha gettato nello sconforto la comunità cristiana irachena. Padre Douglas è il quarto sacerdote caldeo rapito a Baghdad nel giro di cinque mesi e, sebbene gli altri rapimenti si siano risolti con il rilascio degli ostaggi, è ancora fresco il ricordo della barbara uccisione di Padre Paul Iskandar, sacerdote siro ortodosso rapito a Mosul lo scorso ottobre ed ucciso il giorno dopo il suo sequestro. Un rapimento, quello di Padre Paul, apparentemente inspiegabile se non alla luce della ondata di violenza che sta sempre più avendo come vittime i cristiani e specialmente i loro simboli: i sacerdoti. Le richieste fatte dai rapitori di Padre Paul erano state due: che la chiesa siro ortodossa dichiarasse pubblicamente il suo disaccordo con le parole che Papa Benedetto XVI aveva pronunciato a settembre nell'ormai famoso "discorso di Ratisbona" considerato da molti offensivo verso l'Islam, ed un ingente somma di denaro come riscatto.
La prima richiesta fu esaudita subito e più di 30 cartelli di "sconfessione "delle parole papali furono affissi all'esterno delle chiese ortodosse, mentre per la richiesta del riscatto non fu dato neanche il tempo di racogliere il denaro. Il corpo di Padre Paul fu infatti ritrovato il giorno dopo con la testa e gli arti spiccati dal tronco.
In una tale atmosfera la notizia della sparizione di Padre Douglas è quindi particolarmente preoccupante. Padre Douglas, giovane e molto attivo, era già stato toccato dalla violenza che insanguina Baghdad. Il 29 gennaio scorso era scampato ad un attentato alla chiesa di cui era allora parroco, Mar Mari, nella zona settentrionale di Baghdad, (http://baghdadhope.blogspot.com/2006_01_01_baghdadhope_archive.html) ed il 23 febbraio era rimasto ferito da una pallottola vagante esplosa da uomini armati che in alcune auto in corsa avevano preso di mira la stessa chiesa. (http://baghdadhope.blogspot.com/2006/02/violenze-in-iraq-colpito-sacerdote.html)
Viva preoccupazione è stata espressa da Don Fredo Olivero, direttore dell'Ufficio Pastorale Migranti dell'Arcidiocesi di Torino, subito informato telefonicamente dell'accaduto. Padre Douglas Al Bazi, infatti, è stato più volte ospite a Torino ed è il referente iracheno del progetto di sostegno a dieci sacerdoti caldei di Baghdad promosso dall'UPM.
A Baghdad, oltre ad essere parroco della chiesa di Mar Eliya, Padre Douglas è Direttore dell'Istituto di Catechesi annesso al Babel College, l'unica facoltà teologica cristiana in Iraq.