By Baghdadhope* - Patriarcato caldeo
Il patriarcato caldeo ha messo online il video dell'arrivo all'aeroporto di Erbil, nella regione autonoma del Kurdistan iracheno, del Patriarca della Chiesa caldea, Cardinale Mar Louis Raphael Sako, accompagnato dal vicario patriarcale Monsignor Basel Yaldo e dal vescovo recentemente ordinato per la Turchia, Mons. Sabri Anar.
Ad accogliere i due prelati oltre che ad una folta delegazione politica curda c'erano il vescovo siro cattolico di Erbil e del Kurdistan, Monsignor Nathaniel Nizar Seeman, quello siro ortodosso di Mosul, Mor Nicodemus Daoud Sharaf e per la chiesa caldea i vescovi di Mosul, Mons. Mikhail N. Moussa OP; quello di Kirkuk, Mons. Thomas Y. Mirkis; quello di Zakho, Mons. Felix S. Dawood e quello di Alqosh, Mons. Thabet Y. Al-Mekko.
Il primo ministro della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Masrour Barzani, in un tweet ripreso dal sito patriarcale, ha dichiarato:
"Accogliamo calorosamente il Patriarca Louis Sako ad Erbil, la capitale della coesistenza pacifica per ogni fede ed etnia.
La regione del Kurdistan e l'alchimia della coesistenza che qui prospera è per noi fonte di orgoglio.
Condanniamo il trattamento riservato al Patriarca."
Nella conferenza stampa organizzata subito dopo l'arrivo del Patriarca il ministro degli affari e delle proprietà religiose del governo curdo, Peshtiwan Sadiq, ha affermato come la regione del Kurdistan sia la casa del Patriarca che gli garantisce protezione confermandone il rispetto.
Da parte sua il patriarca caldeo ha sottolineato come l'Iraq si trovi in uno stato di caos e contraddizione.
"Mi dispiace lasciare Baghdad, la città della pace" ha continuato il prelato, ma Baghdad non rispetta i simboli religiosi dato che il presidente della repubblica, su pressione delle milizie babilonesi (le Brigate Babilonia di Rayan Al-Kaldani) insulta il capo supremo della chiesa caldea in Iraq e nel mondo ritirando il decreto (n° 147) ed esiliandolo, terrorizzando di conseguenza la componente cristiana, mentre il governo regionale del Kurdistan lo accoglie con grande senso di ospitalità perché rispetta i riferimenti religiosi e valuta il loro ruolo sia religioso che politico.
Il Patriarca ha poi riferito dell'invito fattogli dall'ufficio dell'ex primo ministro iracheno Nuri al-Maliki di trasferirsi a Najaf, una delle città sciite nel sud dell'Iraq. Invito declinato vista l'assenza di cristiani nella zona, cristiani invece presenti nella nella regione del Kurdistan e nella Piana di Ninive.
Nella seconda parte della conferenza stampa il patriarca ha ripercorso gli avvenimenti che lo hanno portato ad auto-esiliarsi nella regione autonoma del Kurdistan iracheno.
Il presidente della repubblica, ha affermato Mar Sako, ha dato ascolto ai 4 deputati cristiani sostenuti dal Movimento Babilonia il cui fine ultimo è appropriarsi delle ricchezze dei cristiani. La revoca del decreto n° 147 che sancisce il ruolo del patriarca della chiesa caldea a responsabile dei beni della stessa chiesa è la negazione di una tradizione lunga 14 secoli e il presidente Abdul Latif Rashid, negando l'operato dei suoi predecessori, non rispettando la nomina papale del patriarca a capo supremo della sua chiesa e quella a cardinale che ha valore mondiale ha commesso un errore. Un errore che sarebbe frutto della sua alleanza con le Brigate Babilonia che hanno teso una trappola al patriarca per incastrarlo.
Nella conferenza stampa organizzata subito dopo l'arrivo del Patriarca il ministro degli affari e delle proprietà religiose del governo curdo, Peshtiwan Sadiq, ha affermato come la regione del Kurdistan sia la casa del Patriarca che gli garantisce protezione confermandone il rispetto.
Da parte sua il patriarca caldeo ha sottolineato come l'Iraq si trovi in uno stato di caos e contraddizione.
"Mi dispiace lasciare Baghdad, la città della pace" ha continuato il prelato, ma Baghdad non rispetta i simboli religiosi dato che il presidente della repubblica, su pressione delle milizie babilonesi (le Brigate Babilonia di Rayan Al-Kaldani) insulta il capo supremo della chiesa caldea in Iraq e nel mondo ritirando il decreto (n° 147) ed esiliandolo, terrorizzando di conseguenza la componente cristiana, mentre il governo regionale del Kurdistan lo accoglie con grande senso di ospitalità perché rispetta i riferimenti religiosi e valuta il loro ruolo sia religioso che politico.
Il Patriarca ha poi riferito dell'invito fattogli dall'ufficio dell'ex primo ministro iracheno Nuri al-Maliki di trasferirsi a Najaf, una delle città sciite nel sud dell'Iraq. Invito declinato vista l'assenza di cristiani nella zona, cristiani invece presenti nella nella regione del Kurdistan e nella Piana di Ninive.
Nella seconda parte della conferenza stampa il patriarca ha ripercorso gli avvenimenti che lo hanno portato ad auto-esiliarsi nella regione autonoma del Kurdistan iracheno.
Il presidente della repubblica, ha affermato Mar Sako, ha dato ascolto ai 4 deputati cristiani sostenuti dal Movimento Babilonia il cui fine ultimo è appropriarsi delle ricchezze dei cristiani. La revoca del decreto n° 147 che sancisce il ruolo del patriarca della chiesa caldea a responsabile dei beni della stessa chiesa è la negazione di una tradizione lunga 14 secoli e il presidente Abdul Latif Rashid, negando l'operato dei suoi predecessori, non rispettando la nomina papale del patriarca a capo supremo della sua chiesa e quella a cardinale che ha valore mondiale ha commesso un errore. Un errore che sarebbe frutto della sua alleanza con le Brigate Babilonia che hanno teso una trappola al patriarca per incastrarlo.
"Voglio assicurare i cristiani e gli iracheni" ha continuato Mar Sako, "che non cederò mai a minacce e a falsità.
Il presidente della repubblica rimane in carica quattro anni mentre il Patriarca rimane tale finche Dio glielo concede o la milizia babilonese non lo uccide."
Dopo questa grave affermazione il patriarca Sako ha affermato che rimarrà nella regione autonoma del Kurdistan iracheno fino a quando il decreto e la successiva riabilitazione del ruolo patriarcale non saranno ripristinati, e fino a quando il Primo Ministro e il Capo delle Forze Armate irachene e le Forze di Mobilitazione popolare (la coalizione di milizie paramilitari a maggioranza sciita che ha combattuto a fianco dell'esercito iracheno contro i miliziani dell'ISIS), non fermeranno gli eccessi delle Brigate Babilonia che hanno operato ed operano sotto il loro ombrello.
Il sito patriarcale ha anche annunciato che domenica 23 luglio il Patriarca Cardinale Sako celebrerà la Santa Messa ad Ankawa nella chiesa della Madre del Soccorso ed avrà come concelebranti Monsignor Yaldo e Monsignor Sabri.