By Asia News
Fady Noun
19 giugno 2023
Organizzato da L’Œuvre d'Orient, il quarto simposio delle scuole cristiane francofone del Medio oriente si è svolto il 16 e 17 giugno presso il Terra Sancta College di Amman, in Giordania. Vi hanno partecipato direttori scolastici provenienti da Libano, Siria, Terra Santa, Turchia e Giordania, nonché rappresentanti e segretari generali di scuole cattoliche e molti giovani provenienti da istituti cattolici francofoni, che hanno deciso di rimanere radicati nei loro Paesi invece di scegliere la migrazione come altri loro coetanei.
La sessione, come quelle che l’hanno preceduta a Parigi nel 2014 e nel 2016 e poi a Beirut nel 2018, ha permesso di migliorare il coordinamento tra le diverse realtà della regione. Gli aiuti concessi sono generalmente destinati alla ristrutturazione delle scuole, al pagamento degli insegnanti, al sostegno del trasporto scolastico per i bambini e al materiale scolastico e didattico, ivi comprese le attrezzature informatiche. Dal 2020, questo sforzo è finanziato in parti uguali dal governo francese e da L’Œuvre d’Orient: una somma di 8,2 milioni di euro, che ha permesso di sostenere 211 scuole e progetti.
Il simposio di quest’anno ha riunito 250 partecipanti: suore e religiosi, sacerdoti e laici la cui missione è quella di educare i giovani del Nord Africa e del Medio oriente (Egitto, Iraq, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Palestina, Siria, Tunisia e Turchia). Un totale di circa 400mila alunni sparsi in 550 scuole francofone, tra cui 329 in Libano, 170 in Egitto, 35 in Giordania e Terra Santa, sei in Iraq e otto in Siria.
Il tema della conferenza di quest’anno è stato “Il futuro dei giovani nelle scuole cristiane del Medio oriente” e ha evidenziato in particolare l’importante ruolo svolto dalle scuole cristiane francofone nel garantire la stabilità delle popolazioni in cui si trovano. Con i giovani sempre più tentati dalla prospettiva dell’emigrazione, la missione delle scuole cristiane francofone è proprio quella di offrire eccellenti opportunità di formazione e professionali a livello locale.
L’incontro è stato caratterizzato da un discorso del capo di Stato francese, Emmanuel Macron, letto dall’ambasciatore francese in Giordania, Alexis Le Cour Grandmaison: “La Francia ha un impegno di lunga data nei confronti dei cristiani d’Oriente... Questo impegno a lungo termine - prosegue il testo - ha mantenuto tutta la sua vitalità e il suo slancio. L’ho visto in Libano, mentre il Paese continua a sprofondare in una crisi senza precedenti. L’ho visto in Iraq, dove Œuvre d'Orient sta svolgendo un lavoro notevole a sostegno delle comunità cristiane e delle minoranze religiose, che hanno sofferto particolarmente sotto il giogo di Daesh [acronimo arabo per lo Stato islamico]. Potrei anche citare la qualità, la forza e l’utilità del suo lavoro in altri Paesi della regione, dall’Armenia all’Egitto” ha dichiarato l’inquilino dell’Eliseo, secondo cui “la diversità” è “inseparabile dall’identità, dalla storia e dalla cultura” del Medio oriente. E proprio questa diversità è “condizione essenziale - ha concluso Macron - per il suo sviluppo verso la pace, la stabilità, la tolleranza e la prosperità”.
Intervenendo a inizio lavori Haïfa Hajjar Najjar, ministro giordano della Cultura, ha sottolineato come Amman “non avrebbe potuto esistere, né resistere, senza questo lavoro, senza questa cooperazione che stiamo facendo insieme a voi, le scuole cristiane [...]. È grazie alle scuole cristiane e ai cristiani del Medio oriente che oggi possiamo convivere pacificamente”.
Armelle Millcent, responsabile della comunicazione de L’Œuvre d'Orient, ha ricordato quanto le scuole francofone siano “terreno fertile per migliorare le relazioni interreligiose e inter-comunitarie e sono una garanzia di pluralismo culturale e confessionale”.
In conclusione, il presidente dell’ente cattolico mons. Pascal Gollnisch si è rivolto all’assemblea chiedendo “che tipo di società vogliamo per i giovani del Medio Oriente? I cristiani - ha concluso - devono essere in grado di svolgere un ruolo attivo in queste società. Dobbiamo superare le difficoltà. La forza dei cristiani in Medio Oriente è di mettersi al servizio della gente in nome del Vangelo”.