111.108.825 euro per la Chiesa povera, oppressa e perseguitata in tutto il mondo. È il totale delle offerte raccolte nel 2018 da Aiuto alla Chiesa che Soffre attraverso le sue 23 sedi nazionali e la sede internazionale.
Tale
raccolta, ottenuta grazie a donazioni private degli oltre 330mila
benefattori che ACS conta a livello internazionale, ha permesso di
realizzare 5.019 progetti in 139 Paesi.
«Siamo
commossi dalla generosità dei nostri benefattori di tutto il mondo – ha
dichiarato Thomas Heine-Geldern, Presidente Esecutivo dell’opera,
durante la presentazione del rapporto – Il loro sacrificio e la loro
fede hanno ancora una volta smosso montagne!»
In
rappresentanza della Chiesa sofferente sostenuta da ACS, ha preso parte
alla conferenza stampa di presentazione il cardinale Malcolm Ranjith,
arcivescovo di Colombo, che ha parlato della situazione nel suo Paese,
dove è grande il timore di nuovi attacchi. «Sono stati trovati cinque
campi di addestramento per jihadisti – ha detto il porporato – la gente
ha ancora molta paura». Il cardinale ha illustrato l’impegno della
Chiesa locale in favore delle vittime degli attentati del giorno di
Pasqua, dei feriti, di quanti sono rimasti traumatizzati e dei 176
bambini rimasti orfani di uno od entrambi i genitori. «ACS vi sosterrà
in questa vostra opera», ha assicurato il presidente Heine-Geldern.
Il
direttore di ACS-Italia Alessandro Monteduro, che ha recentemente
visitato lo Sri Lanka dopo i tragici attentati del giorno di Pasqua, ha
testimoniato la straordinaria forza dei cristiani srilankesi. «Vederli
così saldi nella loro fede, nonostante tutto, è stato davvero toccante.
ACS è da sempre accanto ai cristiani oppressi e perseguitati ed ha
sempre e tempestivamente reagito a tragici attentati come quelli
avvenuti in Sri Lanka permettendo alle comunità ferite di rialzarsi e di
rafforzare la propria presenza. Attraverso la ricostruzione delle
chiese distrutte, sostenendo le famiglie delle vittime, permettendo ai
sacerdoti, alle religiose e ai religiosi di continuare la loro opera,
dimostriamo ogni giorno che la fede ha il potere di sconfiggere l’odio».
Come negli ultimi anni gran parte delle offerte è stata devoluta a progetti in Africa (27%) e in Medio Oriente (25%). La regione mediorientale ha visto un importante aumento degli aiuti nel corso degli ultimi anni. Dall’inizio
delle cosiddette primavere arabe nel 2011, infatti, la Fondazione
pontificia ha qui realizzato interventi per un totale di 92 milioni di
euro, di cui oltre 18 milioni nel solo 2018. Il sostegno
emergenziale alle migliaia di cristiani sfollati e rifugiati,
soprattutto nell’area mediorientale, ha rappresentato più del 12% degli
aiuti elargiti lo scorso anno.
Ma è in particolar modo significativo sottolineare la grande opera di ricostruzione delle case cristiane, resa possibile dal sostegno di ACS in Siria e in Iraq. Sono state infatti 1.479 le abitazioni cristiane ricostruite in Medio Oriente grazie all’intervento della Fondazione.
Ma è in particolar modo significativo sottolineare la grande opera di ricostruzione delle case cristiane, resa possibile dal sostegno di ACS in Siria e in Iraq. Sono state infatti 1.479 le abitazioni cristiane ricostruite in Medio Oriente grazie all’intervento della Fondazione.
In Medio Oriente si trova anche il Paese che nel 2018 ha più di tutti beneficiato del sostegno di ACS. Si tratta della Siria, dove sono stati realizzati interventi per ben 8.615.940 euro,
oltre due milioni e 860mila euro in più rispetto al 2017. Nella
classifica dei beneficiari, al secondo posto vi è un altro Paese
mediorientale, l’Iraq, dove l’anno passato sono stati finanziati progetti per un totale di 6.513.500 euro. Seguono l’India (5.246.706 euro), l’Ucraina (3.295.987 euro), e la Repubblica Democratica del Congo (2.880.466 euro).
Per quanto riguarda le aree di intervento, si confermano al primo posto i progetti di costruzione e ricostruzione
(31,9% degli aiuti) con oltre 23 milioni e 200mila euro complessivi che
hanno contribuito a costruire 2.470 tra abitazioni, cappelle, chiese,
conventi, seminari e centri pastorali.
Seguono le intenzioni di Sante Messe (16,4%).
Nel 2018 hanno beneficiato di questo particolare sostegno, fondamentale
nelle aree povere in cui i sacerdoti non possono contare su nessun
altra forma di sussistenza, 40.569 sacerdoti: uno ogni 10 nel mondo. In totale, lo scorso anno, sono state celebrate 1.421.001 Sante Messe secondo le intenzioni dei benefattori di ACS, ovvero una Santa Messa ogni 22 secondi.
Al terzo posto tra le tipologie di aiuti vi sono quelli emergenziali, a pari merito con gli interventi a sostegno della formazione di sacerdoti e religiosi (12,4%). Nel 2018 è stata sostenuta la formazione di 11.817 seminaristi, ovvero uno ogni 10 nel mondo, e sono stati finanziati gli studi di 4.370 sacerdoti.
Estrema rilevanza è riconosciuta anche all’educazione alla fede dei laici,
la quinta categoria di intervento che ha costituito l’11,2% degli
aiuti. Lo scorso anno è stata finanziata la formazione di 14.164 tra
catechisti e laici impegnati.
La sesta categoria di intervento è relativa ai mezzi di trasporto per la pastorale
(6,8%), con 907 veicoli donati tra cui 370 automobili, 189
motociclette, 342 biciclette, 2 camion, 2 pullman e 2 barche. Segue il sostegno ai media cristiani e alla pubblicazione di Bibbie e altri testi religiosi
(4,6%). Tra testi sacri e pubblicazioni proprie, nel 2018 la Fondazione
ha permesso la pubblicazione e la diffusione di 1.103.480 volumi.
In questo quadro è stato estremamente rilevante il sostegno dei benefattori italiani. Nel 2018 ACS-Italia ha visto un incremento del 22,1% della raccolta, che ha raggiunto quota 4.493.660 rispetto ai 3.679.035 euro del 2017. Un altro dato significativo è il rilevante aumento del numero dei benefattori italiani, dai 13.012 del 2017 ai 17.230 dello scorso anno, con un aumento del 32,5%.
Molti dei progetti concretizzatisi grazie al contributo italiano sono stati realizzati in Siria e in Iraq.
In Siria le donazioni (531.200 euro) hanno permesso, fra l’altro, di
acquistare latte per i bambini e cibo per gli adulti di Aleppo, medicine
per i malati di Homs, pasti per i numerosi cristiani rifugiati. In
Iraq, invece, i 486.300 euro donati sono stati impiegati principalmente
per agevolare il rientro delle famiglie cristiane, dei sacerdoti e dei
religiosi nella Piana di Ninive aggredita dall’ISIS. Aiuti considerevoli
sono stati offerti anche in Venezuela, dove i 345.377 euro
donati hanno consentito ai sacerdoti di dedicarsi ai poveri attraverso
le pentole solidali. Tra le nazioni sostenute anche Nigeria (257.209 euro), Pakistan (234.616 euro), India (209.910 euro) e Egitto (44.500 euro).