"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

22 aprile 2015

Isis minaccia le minoranze, summit S. Egidio sui cristiani d’Oriente a Bari

By OnuItalia.com

Travolte dalla guerra in Siria e in Iraq, le minoranze del Medio Oriente, non solo cristiane, rischiano di scomparire e finire disintegrate a causa di un conflitto divenuto regionale e su cui la comunità internazionale si dimostra priva di iniziativa. Ed è con l’obiettivo di “colmare un vuoto di pensiero, di ascolto e di azione”, che la Comunità di Sant’Egidio ha promosso per il 29 e il 30 aprile il primo “summit intercristiano”  a Bari per affrontare il dramma delle minoranze religiose perseguitare nel Medio Oriente.
Il titolo del summit è “Cristiani in Medio Oriente: quale futuro?” e intende dare la parola ai protagonisti del tema, i capi delle Chiese cristiane d’Oriente, che, ha spiegato il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, “vedono messa in discussione la permanenza delle loro comunità nelle terre in cui sono presenti da secoli, prima ancora dei musulmani”. “Rischiamo di assistere alla scomparsa di intere minoranze – ha avvertito Impagliazzo -. L’emergenza ci spinge a cercare soluzioni laddove la comunità internazionale ora latita mentre prima ha agito con la sbagliata convinzione di fare la guerra, aggravando la situazione delle minoranze, e penso in particolare all’Iraq”.
Al summit parteciperanno patriarchi e rappresentanti delle chiese cattoliche ed ortodosse d’Oriente, oltre al ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni e il segretario per i rapporti con gli Stati della Santa Sede, mons. Paul Gallagher. Per il raffreddamento della crisi in Siria, ha ricordato Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, lo strumento diplomatico idoneo era stato individuato nella proposta di “Save Aleppo”, il progetto per salvare Aleppo, “con una tregua protetta dalla comunità internazionale”. Proposta lanciata da Sant’Egidio e raccolta dall’inviato delle Nazioni Unite Staffan De Mistura, ha ricordato Riccardi, “ma inspiegabilmente lasciata cadere nell’indifferenza delle potenze europee”. Tuttavia, ha rilanciato, “il cantiere rimane aperto, anche se è stato provvisoriamente abbandonato dagli operai che erano stati chiamati a portare avanti il lavoro”.