Travolte dalla guerra in Siria e in Iraq, le minoranze del Medio
Oriente, non solo cristiane, rischiano di scomparire e finire
disintegrate a causa di un conflitto divenuto regionale e su cui la
comunità internazionale si dimostra priva di iniziativa. Ed è con
l’obiettivo di “colmare un vuoto di pensiero, di ascolto e di azione”,
che la Comunità di Sant’Egidio ha promosso per il 29 e il 30 aprile il
primo “summit intercristiano” a Bari per affrontare il dramma delle
minoranze religiose perseguitare nel Medio Oriente.
Il titolo del summit è “Cristiani in Medio Oriente: quale futuro?” e
intende dare la parola ai protagonisti del tema, i capi delle Chiese
cristiane d’Oriente, che, ha spiegato il presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, “vedono messa in discussione la permanenza delle loro
comunità nelle terre in cui sono presenti da secoli, prima ancora dei
musulmani”. “Rischiamo di assistere alla scomparsa di intere minoranze –
ha avvertito Impagliazzo -. L’emergenza ci spinge a cercare soluzioni
laddove la comunità internazionale ora latita mentre prima ha agito con
la sbagliata convinzione di fare la guerra, aggravando la situazione
delle minoranze, e penso in particolare all’Iraq”.
Al summit parteciperanno patriarchi e rappresentanti delle chiese
cattoliche ed ortodosse d’Oriente, oltre al ministro degli Esteri, Paolo
Gentiloni e il segretario per i rapporti con gli Stati della Santa
Sede, mons. Paul Gallagher. Per il raffreddamento della crisi in Siria,
ha ricordato Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio,
lo strumento diplomatico idoneo era stato individuato nella proposta di
“Save Aleppo”, il progetto per salvare Aleppo, “con una tregua protetta
dalla comunità internazionale”. Proposta lanciata da Sant’Egidio e
raccolta dall’inviato delle Nazioni Unite Staffan De Mistura, ha
ricordato Riccardi, “ma inspiegabilmente lasciata cadere
nell’indifferenza delle potenze europee”. Tuttavia, ha rilanciato, “il
cantiere rimane aperto, anche se è stato provvisoriamente abbandonato
dagli operai che erano stati chiamati a portare avanti il lavoro”.