By Asia News
Joseph Mahmoud
Lavorare per una “autentica riconciliazione” e per “ricostruire la fiducia” fra le varie forze politiche, i gruppi etnici e religiosi con l’obiettivo di “realizzare la sicurezza e la stabilità” in tutto il Paese. È questo l’invito lanciato dal Patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako, durante l’incontro con il Primo ministro irakeno Haider Al-Abadi. Accompagnato dai vescovi ausiliari mons. Shlemon Warduni e mons. Basilio Yaldo, lo scorso 11 aprile sua Beatitudine ha visitato gli uffici del premier nella Zona Verde a Baghdad; i due leader hanno affrontato il tema della situazione in Iraq e dei passi da compiere per battere la minaccia terrorista e garantire l’unità della nazione.
Accogliendo la delegazione caldea, il premier sciita al-Abadi ha voluto informarsi della situazione dei cristiani nella capitale e delle famiglie sfollate di Mosul e della piana di Ninive, che hanno trovato accoglienza nel Kurdistan irakeno. Il capo del governo ha manifestato pieno “apprezzamento” per il ruolo dei cristiani “nella cultura irakena” e in quella “regionale”. Egli ha infine incoraggiato la minoranza “a restare” nonostante “le difficoltà”, sottolineando che “non vi è un Iraq senza cristiani”.
Da parte sua, il patriarca Sako ha ringraziato il Primo Ministro per gli auguri di Pasqua, sottolineando l’importanza di una “cultura aperta” e impegnata nella promozione “di una convivenza pacifica”. Egli ha inoltre ricolto un appello alle autorità di governo, perché lavorino per una autentica riconciliazione e per ricostruire la fiducia fra le varie forze politiche, perseguendo gli obiettivi di “sicurezza e stabilità”.
Il patriarca caldeo ha dedicato una riflessione anche sui media, il cui “atteggiamento critico” si riflette in modo “negativo” sulla società; egli ha quindi esortato il governo a liberare quanti si trovano in carcere in precarie condizioni di salute e quanti sono in cella pur non essendo criminali. Passi che, secondo mar Sako, possono “rafforzare la riconciliazione”. Infine, il prelato ha parlato “dell’importanza della visita di papa Francesco in Iraq”, fonte di “rinnovata speranza” e chiesto un aiuto “per le famiglie sfollate” la cui situazione “resta tragica”. Un appello raccolto dal premier, che ha espresso “piena comprensione” e solidarietà per le sofferenze di queste famiglie cristiane.
Ma se a Baghdad i vertici religiosi e politici lavorano per la pace e la riconciliazione, nel resto del Paese non si fermano violenze e barbarie commesse dalle milizie dello Stato islamico. Fra gli ultimi obiettivi dei jihadisti l’antica città di Nimrud, nel nord del Paese, sede di uno dei siti archeologici più importanti. I fondamentalisti hanno diffuso un video (clicca qui per vederlo) in cui si vedono miliziani prendere a colpi di martello le statue assire e altri manufatti dall’immenso valore storico e culturale.
Joseph Mahmoud
Lavorare per una “autentica riconciliazione” e per “ricostruire la fiducia” fra le varie forze politiche, i gruppi etnici e religiosi con l’obiettivo di “realizzare la sicurezza e la stabilità” in tutto il Paese. È questo l’invito lanciato dal Patriarca caldeo Mar Louis Raphael I Sako, durante l’incontro con il Primo ministro irakeno Haider Al-Abadi. Accompagnato dai vescovi ausiliari mons. Shlemon Warduni e mons. Basilio Yaldo, lo scorso 11 aprile sua Beatitudine ha visitato gli uffici del premier nella Zona Verde a Baghdad; i due leader hanno affrontato il tema della situazione in Iraq e dei passi da compiere per battere la minaccia terrorista e garantire l’unità della nazione.
Accogliendo la delegazione caldea, il premier sciita al-Abadi ha voluto informarsi della situazione dei cristiani nella capitale e delle famiglie sfollate di Mosul e della piana di Ninive, che hanno trovato accoglienza nel Kurdistan irakeno. Il capo del governo ha manifestato pieno “apprezzamento” per il ruolo dei cristiani “nella cultura irakena” e in quella “regionale”. Egli ha infine incoraggiato la minoranza “a restare” nonostante “le difficoltà”, sottolineando che “non vi è un Iraq senza cristiani”.
Da parte sua, il patriarca Sako ha ringraziato il Primo Ministro per gli auguri di Pasqua, sottolineando l’importanza di una “cultura aperta” e impegnata nella promozione “di una convivenza pacifica”. Egli ha inoltre ricolto un appello alle autorità di governo, perché lavorino per una autentica riconciliazione e per ricostruire la fiducia fra le varie forze politiche, perseguendo gli obiettivi di “sicurezza e stabilità”.
Il patriarca caldeo ha dedicato una riflessione anche sui media, il cui “atteggiamento critico” si riflette in modo “negativo” sulla società; egli ha quindi esortato il governo a liberare quanti si trovano in carcere in precarie condizioni di salute e quanti sono in cella pur non essendo criminali. Passi che, secondo mar Sako, possono “rafforzare la riconciliazione”. Infine, il prelato ha parlato “dell’importanza della visita di papa Francesco in Iraq”, fonte di “rinnovata speranza” e chiesto un aiuto “per le famiglie sfollate” la cui situazione “resta tragica”. Un appello raccolto dal premier, che ha espresso “piena comprensione” e solidarietà per le sofferenze di queste famiglie cristiane.
Ma se a Baghdad i vertici religiosi e politici lavorano per la pace e la riconciliazione, nel resto del Paese non si fermano violenze e barbarie commesse dalle milizie dello Stato islamico. Fra gli ultimi obiettivi dei jihadisti l’antica città di Nimrud, nel nord del Paese, sede di uno dei siti archeologici più importanti. I fondamentalisti hanno diffuso un video (clicca qui per vederlo) in cui si vedono miliziani prendere a colpi di martello le statue assire e altri manufatti dall’immenso valore storico e culturale.