Una rappresentanza di alti responsabili e volontari della Chiesa caldea, guidata dal patriarca Louis Raphael Sako, si è recata nelle aree della capitale irachena dove hanno trovato rifugio gli sfollati delle città di Ramadi e Falluja, portando con sé aiuti e beni di prima necessità da distribuire tra la gente fuggita dalla proprie case da quando, lo scorso gennaio, le due città sono cadute sotto il controllo di milizie legate a al Qaida. L'iniziativa di solidarietà ha avuto luogo sabato scorso.
Il patriarca Sako, accompagnato da alcuni stretti collaboratori – compreso il suo vescovo ausiliare Sleiman Warduni – ha preso parte alla distribuzione di alimenti, coperte, medicinali e vettovaglie, esprimendo in questo modo solidarietà concreta ai rifugiati e auspicando che lo Stato torni presto a esercitare il proprio legittimo controllo su tutto il territorio nazionale, così da “proteggere i cittadini e prendersi cura di loro”. Il gesto di solidarietà – ha voluto aggiungere il patriarca Sako - “rispecchia veramente l'unità nazionale e lo spirito di cittadinanza che ci lega gli uni agli altri. Le nostre case e le nostre chiese sono aperte a tutti, ora che siamo nel tempo di Quaresima”. I destinatari dell'intervento di soccorso guidato dal patriarca Sako appartenevano tutti a gruppi familari musulmani.
Dall'inizio di gennaio 2014 gruppi armati anti-governativi – comprese le formazioni jihadiste dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (Isil) – controllano Falluja e alcuni quartieri di Ramadi, città che si trovano soltanto a 60 e a 100 chilometri a ovest di Baghdad. Secondo dati diffusi dalla Mezzaluna Rossa, a metà gennaio già più di 13mila famiglie avevano abbandonato la sola città di Falluja.