By L'Osservatore Romano
12 marzo 2014
Lettera aperta del patriarca di Baghdad dei Caldei a un anno dal suo insediamento
Nel primo anniversario del suo insediamento come patriarca della Chiesa caldea, il patriarca Louis Raphaël I Sako ha inviato, con una lettera aperta pubblicata dal sito internet Baghdadhope, i suoi ringraziamenti a tutti coloro che in questa occasione gli hanno fatto gli auguri.
Lettera aperta del patriarca di Baghdad dei Caldei a un anno dal suo insediamento
Nel primo anniversario del suo insediamento come patriarca della Chiesa caldea, il patriarca Louis Raphaël I Sako ha inviato, con una lettera aperta pubblicata dal sito internet Baghdadhope, i suoi ringraziamenti a tutti coloro che in questa occasione gli hanno fatto gli auguri.
Dopo un anno di impegno, scrive Sako, il «peso dell’eredità e della responsabilità» che grava sulle sue spalle è sempre maggiore; un compito «per niente facile, come invece qualcuno immagina sia. L’Iraq — sottolinea il patriarca — è un Paese cui manca ancora la pace e la stabilità e nel quale la nostra gente ancora soffre, si impoverisce ed emigra».
In un tale contesto la Chiesa deve affrontare vari problemi: «il numero ridotto di sacerdoti e di religiosi e religiose, la mancanza di competenze, la debolezza del lavoro pastorale e la lentezza nell’aggiornamento e nel rinnovamento. Problemi che — spiega monsignor Sako — non possono essere risolti dal solo patriarca perché un patriarca non può “fare miracoli”, compito riservato a Dio con l’aiuto di tutti».
La lettera continua con un appello a tutto il clero caldeo sparso nel mondo perché «esamini se stesso in silenzio e in preghiera e perché ascolti la parola di Dio per diventare segno visibile della Sua presenza e della Sua misericordia. Il compito del clero è imitare l’umiltà di Cristo perché i fedeli sentano in misura maggiore il calore del nostro amore e del nostro servizio».
Inoltre, il patriarca Sako fa riferimento a Papa Francesco, che «domenica 3 marzo ha chiesto di pregare perché Dio mandi sacerdoti, religiosi e religiose liberi dalla vanità, dal potere e dal denaro! Per poter affrontare le sfide attuali con onestà e coraggio — continua Sako — ci vuole una spiritualità profonda, una mente illuminata e aperta, e la saggezza e l’entusiasmo necessari a lavorare in squadra per la nostra missione. Dobbiamo camminare uno di fianco all’altro, e non correre per superare l’altro!».
Infine, un ringraziamento particolare è stato rivolto dal patriarca ai suoi collaboratori, con i quali ha vissuto «momenti difficili ma anche esperienze gioiose». Certo, ha concluso Sako, l’energia a volte è venuta a mancare, ma nonostante ciò il patriarca ha espresso «la voglia di andare avanti nel servizio e compiere il programma con attenzione e speranza all’insegna dell’autenticità, dell’unità e del rinnovamento con l’aiuto dello Spirito Santo e delle preghiere, della pazienza e dell’incoraggiamento di tutti, necessari a superare ogni ostacolo e a fare di più.»