By Baghdadhope *
Nella giornata di ieri una nutrita delegazione di sacerdoti e vescovi cristiani con a capo il Nunzio Apostolico, Mons. Giorgio Lingua, ha visitato la città santa sciita di Najaf.
Una volta arrivata nella città dell'Iraq meridionale la delegazione, di cui faceva parte anche il vescovo armeno cattolico Emmanuel Dabbaghian e Raad Kachaci, presidente dell'ufficio governativo per i cristiani e le altre religioni, ha subito incontrato la sua figura religiosa più in vista, l'Ayatollah ʿAlī al-Sīstānī.
Un incontro durante il quale ambo le parti hanno tenuto a sottolineare quanto i cristiani siano parte integrante ed antichissima del tessuto sociale iracheno.
“Lo scopo della visita a Najaf era quello di visitare i luoghi cristiani scoperti in quella città” sono le parole di Mons. Lingua a Baghdadhope.
“Al Sistani ci ha concesso una visita di cortesia durante la quale gli ho consegnato la Lettera apostolica “Ecclesia in Medio oriente ed abbiamo commentato il recente viaggio del papa in Libano risultato molto significativo anche per il dialogo interreligioso.” A questo proposito, sono sempre le parole di Mons. Lingua, il clerico sciita “ha ricordato ai giovani che i musulmani e i cristiani, l’Islam e il Cristianesimo, possono vivere insieme senza odio, nel rispetto del credo di ciascuno, per costruire insieme una società libera e umana." Vale la pena ricordare come questo non sia il primo incontro di Mons. Lingua con l'Ayatollah Al Sistani che il Nunzio aveva già visitato sempre a Najaf nel giugno dello scorso anno.
Un incontro durante il quale ambo le parti hanno tenuto a sottolineare quanto i cristiani siano parte integrante ed antichissima del tessuto sociale iracheno.
“Lo scopo della visita a Najaf era quello di visitare i luoghi cristiani scoperti in quella città” sono le parole di Mons. Lingua a Baghdadhope.
“Al Sistani ci ha concesso una visita di cortesia durante la quale gli ho consegnato la Lettera apostolica “Ecclesia in Medio oriente ed abbiamo commentato il recente viaggio del papa in Libano risultato molto significativo anche per il dialogo interreligioso.” A questo proposito, sono sempre le parole di Mons. Lingua, il clerico sciita “ha ricordato ai giovani che i musulmani e i cristiani, l’Islam e il Cristianesimo, possono vivere insieme senza odio, nel rispetto del credo di ciascuno, per costruire insieme una società libera e umana." Vale la pena ricordare come questo non sia il primo incontro di Mons. Lingua con l'Ayatollah Al Sistani che il Nunzio aveva già visitato sempre a Najaf nel giugno dello scorso anno.
In mattinata la delegazione ha visitato anche la biblioteca di Al-Haidariyah ed il santuario dell'Imam ʿAlī, il terzo luogo sacro in termini di importanza per gli sciiti del mondo, dopo Mecca e Medina, perché luogo di sepoltura di ‘Alī ibn Abī Tālib, cugino di Maometto, quarto califfo per la tradizione sunnita ma primo Imam per quella sciita.
Nel pomeriggio, invece, è stata la volta della visita ai resti archeologici della città di Hira, a pochi chilometri da Najaf dove sono stati rinvenuti delle rovine di chiese ed altre testimonianze della presenza cristiana in quelle zone in tempi antichissimi.
Circa tre anni fa, infatti, nel sito di espansione del nuovo aeroporto di Najaf furono rinvenuti i resti dell’antica città di Hira, la capitale dell’impero dei Lakhmidi, una tribù di origine yemenita che si pensa emigrò nell’attuale Iraq ed il figlio del cui capostipite, Imru Al Qais, si fece cristiano. Nel 266 i Lakhmidi trasformarono l’accampamento militare di Hira nella loro capitale. La città rimase tale fino al 663 quando il generale Khalid bin al-Walid la conquistò per ordine di Abu Baqr, immediato successore del profeta Maometto.
L’area archeologica, quindi, come dichiarò Shakir Abdulazahra Jabari, che guidò gli scavi dal 2007 al 2010 “ ha importanza storica perché ricca di antichità, inclusi resti di chiese, monasteri e palazzi.” Una presenza cristiana confermata anche da Yahya Kadhim al-Sultani docente all’università di Kufa, secondo il quale: “I cristiani hanno vissuto nella regione di Hira per lungo tempo e formavano circa un terzo della popolazione della città.” Tra i reperti rinvenuti durante gli scavi si ricorda un pezzo di marmo con l’incisione “Benedizioni di Dio, Dio perdona i seguaci di Cristo”, ma soprattutto i resti di una chiesa all’interno della quale è stata ritrovata la tomba di un monaco, Abdul Masihi bin Baqeela, riportante l’iscrizione “La misericordia di Dio su Abdul Masihi” secondo quanto affermato dal direttore dell’ufficio provinciale per le antichità, Mohammed al-Mayali.
Le dimensioni della chiesa, secondo il Direttore del Dipartimento per le Antichità ed il Patrimonio Archeologico di Najaf, Shaker Abdul Zahra, sono di circa 60m x 60m. In essa sono stati ritrovati i resti di 4 grandi sale, camere per i monaci, due cucine, locali di servizio e due cortili, il tutto in un’area assicurata dalle eventuali aggressioni da mura di cinta, torri di argilla e mattoni e due robusti cancelli.
Per ulteriori informazioni sul sito archeologico di Hira: