In Libano, per stare accanto al Papa, sono giunti tanti fedeli da tutto il Medio Oriente, nonostante le difficoltà del momento. A guidare un gruppo di iracheni, l’arcivescovo di Kirkuk, Louis Sako. Alessandro Gisotti lo ha intervistato:
I giovani sono l’avvenire, il futuro della Chiesa e della società. Durante l’incontro col Papa hanno parlato molto bene, chiaramente e coraggiosamente delle loro paure, dei loro problemi, ma anche delle loro aspirazioni. E’ compito della Chiesa essere Chiesa madre. Noi vescovi siamo pastori e non dobbiamo vivere fuori, isolati. Siamo prima di tutto pastori. Dobbiamo ascoltare questa gioventù e fare qualcosa per loro, per aiutarli. In Iraq, la situazione è difficile: c’è un esodo continuo, perché la gente è stanca, non ha fiducia e non vede cambiamenti concreti. Purtroppo il governo, come sapete, oggi è diviso e questo non aiuta la sicurezza.
Il Papa ha lanciato un forte appello a cristiani e musulmani perché costruiscano insieme la pace …
Ora, bisogna tradurre tutto questo nella vita quotidiana. Cristiani e musulmani devono lavorare insieme. Abbiamo lo stesso avvenire, lo stesso futuro. Loro sono il 95 per cento e noi il 5 per cento. Che cosa possiamo fare? Promuovere la cultura del dialogo, della pace: questa è la nostra missione come cristiani. Forse questo potrà aiutare a cambiare anche la loro mentalità, il loro modo di reagire con violenza.
Tanti i giovani cristiani giunti anche dell’Egitto. Ascoltiamo la testimonianza di uno di loro, Alain
Siamo venuti qua per testimoniare veramente a tutto il mondo, a tutto il Medio Oriente, che noi siamo discepoli di Gesù Cristo. Noi abbiamo visto la morte e la resurrezione. Io non credevo di poter vedere tutta questa gente, libanesi ma anche egiziani e fedeli provenienti da tutto il Medio Oriente, partecipare in questa maniera. Io non ci credevo e questo mi dà una grande emozione, che mi rende veramente felice e contento di fronte a questo scenario: è l’emozione e l’amore per il Papa, che viene a consegnarci l’Esortazione apostolica per il Medio Oriente.
Un altro aspetto molto forte è che il Papa si è rivolto a tutti i giovani, sia cristiani che musulmani...
Sì, questo mi è piaciuto tantissimo e anche che abbia parlato di questa unità tra musulmani e cristiani. Ci sono sempre discussioni tra di noi e quindi quando il Papa ha parlato così, mi ha colpito tantissimo. Sono veramente felice di aver ascoltato queste parole.
I giovani sono l’avvenire, il futuro della Chiesa e della società. Durante l’incontro col Papa hanno parlato molto bene, chiaramente e coraggiosamente delle loro paure, dei loro problemi, ma anche delle loro aspirazioni. E’ compito della Chiesa essere Chiesa madre. Noi vescovi siamo pastori e non dobbiamo vivere fuori, isolati. Siamo prima di tutto pastori. Dobbiamo ascoltare questa gioventù e fare qualcosa per loro, per aiutarli. In Iraq, la situazione è difficile: c’è un esodo continuo, perché la gente è stanca, non ha fiducia e non vede cambiamenti concreti. Purtroppo il governo, come sapete, oggi è diviso e questo non aiuta la sicurezza.
Il Papa ha lanciato un forte appello a cristiani e musulmani perché costruiscano insieme la pace …
Ora, bisogna tradurre tutto questo nella vita quotidiana. Cristiani e musulmani devono lavorare insieme. Abbiamo lo stesso avvenire, lo stesso futuro. Loro sono il 95 per cento e noi il 5 per cento. Che cosa possiamo fare? Promuovere la cultura del dialogo, della pace: questa è la nostra missione come cristiani. Forse questo potrà aiutare a cambiare anche la loro mentalità, il loro modo di reagire con violenza.
Tanti i giovani cristiani giunti anche dell’Egitto. Ascoltiamo la testimonianza di uno di loro, Alain
Siamo venuti qua per testimoniare veramente a tutto il mondo, a tutto il Medio Oriente, che noi siamo discepoli di Gesù Cristo. Noi abbiamo visto la morte e la resurrezione. Io non credevo di poter vedere tutta questa gente, libanesi ma anche egiziani e fedeli provenienti da tutto il Medio Oriente, partecipare in questa maniera. Io non ci credevo e questo mi dà una grande emozione, che mi rende veramente felice e contento di fronte a questo scenario: è l’emozione e l’amore per il Papa, che viene a consegnarci l’Esortazione apostolica per il Medio Oriente.
Un altro aspetto molto forte è che il Papa si è rivolto a tutti i giovani, sia cristiani che musulmani...
Sì, questo mi è piaciuto tantissimo e anche che abbia parlato di questa unità tra musulmani e cristiani. Ci sono sempre discussioni tra di noi e quindi quando il Papa ha parlato così, mi ha colpito tantissimo. Sono veramente felice di aver ascoltato queste parole.