"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

16 settembre 2012

Un gruppo di giovani iracheni in Libano guidati dall'arcivescovo di Kirkuk


In Libano, per stare accanto al Papa, sono giunti tanti fedeli da tutto il Medio Oriente, nonostante le difficoltà del momento. A guidare un gruppo di iracheni, l’arcivescovo di Kirkuk, Louis Sako. Alessandro Gisotti lo ha intervistato:

I giovani sono l’avvenire, il futuro della Chiesa e della società. Durante l’incontro col Papa hanno parlato molto bene, chiaramente e coraggiosamente delle loro paure, dei loro problemi, ma anche delle loro aspirazioni. E’ compito della Chiesa essere Chiesa madre. Noi vescovi siamo pastori e non dobbiamo vivere fuori, isolati. Siamo prima di tutto pastori. Dobbiamo ascoltare questa gioventù e fare qualcosa per loro, per aiutarli. In Iraq, la situazione è difficile: c’è un esodo continuo, perché la gente è stanca, non ha fiducia e non vede cambiamenti concreti. Purtroppo il governo, come sapete, oggi è diviso e questo non aiuta la sicurezza.

Il Papa ha lanciato un forte appello a cristiani e musulmani perché costruiscano insieme la pace …

Ora, bisogna tradurre tutto questo nella vita quotidiana. Cristiani e musulmani devono lavorare insieme. Abbiamo lo stesso avvenire, lo stesso futuro. Loro sono il 95 per cento e noi il 5 per cento. Che cosa possiamo fare? Promuovere la cultura del dialogo, della pace: questa è la nostra missione come cristiani. Forse questo potrà aiutare a cambiare anche la loro mentalità, il loro modo di reagire con violenza.


Tanti i giovani cristiani giunti anche dell’Egitto. Ascoltiamo la testimonianza di uno di loro, Alain
Siamo venuti qua per testimoniare veramente a tutto il mondo, a tutto il Medio Oriente, che noi siamo discepoli di Gesù Cristo. Noi abbiamo visto la morte e la resurrezione. Io non credevo di poter vedere tutta questa gente, libanesi ma anche egiziani e fedeli provenienti da tutto il Medio Oriente, partecipare in questa maniera. Io non ci credevo e questo mi dà una grande emozione, che mi rende veramente felice e contento di fronte a questo scenario: è l’emozione e l’amore per il Papa, che viene a consegnarci l’Esortazione apostolica per il Medio Oriente.
Un altro aspetto molto forte è che il Papa si è rivolto a tutti i giovani, sia cristiani che musulmani...

Sì, questo mi è piaciuto tantissimo e anche che abbia parlato di questa unità tra musulmani e cristiani. Ci sono sempre discussioni tra di noi e quindi quando il Papa ha parlato così, mi ha colpito tantissimo. Sono veramente felice di aver ascoltato queste parole.