By Asia News
I cristiani irakeni si preparano alla Pasqua "a livello spirituale", fortificati dal periodo di "digiuno quaresimale" che nelle Chiese orientali è osservato ancora "con particolare rigore". Così mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, racconta ad AsiaNews l'inizio della Settimana Santa in un Paese ancora oggi martoriato da violenze e attentati, nel quale la minoranza cristiana - pressoché dimezzata in pochi anni - è spesso vittima di persecuzioni. L'astinenza dalle carni "nella prima, quarta e ultima settimana", unita a un digiuno in alcuni casi completo "il mercoledì delle ceneri e il Venerdì Santo", aggiunge il prelato, sono fonte di coraggio e vigore per una comunità che è ancora viva e costituisce una ricchezza per tutta la regione mediorientale. Per prevenire attacchi o incidenti, il governo ha assicurato una maggiore protezione.
Mons. Warduni racconta la "soddisfazione" dei sacerdoti della capitale, per il numero di fedeli che hanno visitato le chiese in occasione della Domenica delle Palme celebrata il primo aprile. "[Le chiese] certo non erano piene come in passato - sottolinea il prelato - però l'affluenza è stata superiore al previsto e i preti erano soddisfatti. Nelle domeniche precedenti il numero era minore, non pensavamo di assistere a un ritorno così numeroso". Molti gli adulti assieme ai bambini, che davano ai luoghi di culto un'atmosfera di gioia e di festa. "Abbiamo pregato e cantato assieme" continua il vescovo ausiliare di Baghdad.
Nelle ultime settimane l'Iraq ha registrato una serie di violenze e attacchi che hanno colpito sia la capitale sia le zone a nord del Paese. Nei giorni scorsi a Mosul è stato ucciso un fedele e la minoranza cristiana rischia di essere schiacciata dalla lotta di potere che vede contrapposti arabi, turcomanni e curdi, oltre ai fondamentalisti finanziati e sostenuti da movimenti all'estero o potenze straniere. "Finora non vi sono stati episodi di violenze - continua mons. Warduni - e ci auguriamo che non ve ne siano anche nei prossimi giorni. Oggi e domani sono giornate di penitenza e confessioni; Giovedì Santo la benedizione degli oli e la lavanda dei piedi". L'attesa è per la Via Crucis di venerdì, con la lettura della passione, alternata a momenti di predica. "La via Crucis si farà all'interno dei luoghi di culto - precisa il prelato - per evitare incidenti". Il sabato è prevista la veglia pasquale che, in alcuni casi, si prolungherà "sino alle 9 o alle 10 di sera". Poi la domenica, epicentro della festa che riunirà tutta la comunità irakena della capitale.
"Il governo centrale ha assicurato maggiore protezione - afferma mons. Warduni - perché vi siano davvero le condizioni per celebrare le feste in tutta sicurezza. In questi giorni abbiamo ricevuto la visita di qualche responsabile musulmano, di leader religiosi islamici" che cercano di testimoniare in modo concreto la vicinanza alla festa cristiana. "Il fanatismo non manca - conclude il prelato - e anche la Primavera araba non ha potuto impedire l'ascesa di movimenti estremisti che sono contro gli stessi musulmani". Tuttavia, conclude il prelato, "la speranza cristiana che deriva dalla nostra fede ci dice di non condannare niente, nemmeno la Primavera araba: noi auspichiamo che tutti gli eventi siano per il bene del mondo, per il bene dell'essere umano, perché non venga schiacciato dal fanatismo e da elementi lontani da Dio e dalla religione".