By SIR
“La Chiesa commetterebbe un peccato d’omissione se non utilizzasse le nuove tecnologie al servizio dell’annuncio” è una delle raccomandazioni finali emerse nel seminario promosso dal Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali (Pccs) e dal Consiglio dei patriarchi cattolici d‘Oriente, svoltosi ad Harissa (Libano) dal 17 al 20 aprile, sul tema “La comunicazione in Medio Oriente come strumento di evangelizzazione, di dialogo e di pace”. Quattro giorni di lavoro cui hanno partecipato 45 tra patriarchi e vescovi provenienti da Libano, Siria, Egitto, Iraq, Giordania, Terra Santa, Cipro e Armenia. Con loro anche sacerdoti, religiosi, laici ed esperti nel campo dei media.
Nell’incontro, secondo quanto si legge nel comunicato finale diffuso oggi dal Patriarcato latino di Gerusalemme, è stato ribadito l’impegno della Chiesa a “partecipare allo slancio della cultura digitale per contribuire alla difesa della verità, della libertà e della dignità umana. Si commetterebbe un peccato di omissione se non si utilizzasse la nuova tecnologia al servizio dell’annuncio”. Nel comunicato si raccomanda ai fedeli di non “rimanere meri consumatori dei media ma di assumere un ruolo di attori e produttori per diffondere il Vangelo in un mondo che aspira all‘autenticità, al dialogo, alla pace e alla giustizia”.
Da qui una serie di suggerimenti pratici come “introdurre nei programmi dei seminari, scuole teologiche, università e scuole cattoliche, una formazione sui mezzi di comunicazione, sull‘era digitale e Internet”. “Ogni diocesi o eparchia - si legge nel comunicato - è chiamata a utilizzare i media, sia nuovi che tradizionali, a creare siti web con finalità pastorali allo scopo di creare la comunione tra i fedeli e le diocesi e di sviluppare questa collaborazione per arrivare, se necessario, ad un‘azione comune nel campo dei media”.
Il tutto nell’ottica di una comunicazione di “alta qualità, nella forma e nel contenuto, per essere all’altezza del messaggio da trasmettere e delle aspettative degli uomini in particolare delle nuove generazioni”. Il comunicato finale mette in evidenza, inoltre, “la necessità di garantire la protezione dei bambini e dei giovani contro i rischi cui sono esposti e renderli consapevoli dell’uso etico delle tecnologie sottolineando il compito dei genitori in questo ambito”. “Le Chiese del Medio Oriente - termina la nota - sono invitate a promuovere una politica di comunicazione attiva ed efficace, ed una di formazione dei sacerdoti e dei laici in questo ambito. Tradurre concretamente queste raccomandazioni è un imperativo”.
Nell’incontro, secondo quanto si legge nel comunicato finale diffuso oggi dal Patriarcato latino di Gerusalemme, è stato ribadito l’impegno della Chiesa a “partecipare allo slancio della cultura digitale per contribuire alla difesa della verità, della libertà e della dignità umana. Si commetterebbe un peccato di omissione se non si utilizzasse la nuova tecnologia al servizio dell’annuncio”. Nel comunicato si raccomanda ai fedeli di non “rimanere meri consumatori dei media ma di assumere un ruolo di attori e produttori per diffondere il Vangelo in un mondo che aspira all‘autenticità, al dialogo, alla pace e alla giustizia”.
Da qui una serie di suggerimenti pratici come “introdurre nei programmi dei seminari, scuole teologiche, università e scuole cattoliche, una formazione sui mezzi di comunicazione, sull‘era digitale e Internet”. “Ogni diocesi o eparchia - si legge nel comunicato - è chiamata a utilizzare i media, sia nuovi che tradizionali, a creare siti web con finalità pastorali allo scopo di creare la comunione tra i fedeli e le diocesi e di sviluppare questa collaborazione per arrivare, se necessario, ad un‘azione comune nel campo dei media”.
Il tutto nell’ottica di una comunicazione di “alta qualità, nella forma e nel contenuto, per essere all’altezza del messaggio da trasmettere e delle aspettative degli uomini in particolare delle nuove generazioni”. Il comunicato finale mette in evidenza, inoltre, “la necessità di garantire la protezione dei bambini e dei giovani contro i rischi cui sono esposti e renderli consapevoli dell’uso etico delle tecnologie sottolineando il compito dei genitori in questo ambito”. “Le Chiese del Medio Oriente - termina la nota - sono invitate a promuovere una politica di comunicazione attiva ed efficace, ed una di formazione dei sacerdoti e dei laici in questo ambito. Tradurre concretamente queste raccomandazioni è un imperativo”.