"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

19 maggio 2011

Riaperta antica chiesa caldea in Turchia. Mons. Warduni: "Segno di unità"

By Baghdadhope*

Mardin, che in aramaico significa fortezza, è una cittadina di circa 65000 abitanti del sud est della Turchia quasi al confine con la Siria dove qualche giorno fa è stato fatto un piccolo passo avanti sul sentiero della convivenza pacifica tra diverse religioni e confessioni. Alla presenza di Mons. Shleimun Warduni, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, e di numerosi caldei, laici e sacerdoti, arrivati fin lì da Istanbul ma anche dalla Francia e dal Belgio è stata riaperta dopo anni di restauro l’antichissima chiesa risalente al IV secolo dedicata a Sant’ Hormisda, uno dei patroni della chiesa caldea.

“Ci sono poche famiglie caldee a Mardin, 4 o 5, non di più, ma era importante restaurare un esempio di chiesa così antica e bella” ha detto Mons. Warduni a Baghdadhope raccontando del suo viaggio in Turchia.
"La disponibilità del governo turco verso i non appartenenti all’Islam ha facilitato questo progetto ed all’apertura della chiesa erano presenti il governatore, il sindaco ed il capo della polizia di Mardin. L’arcieparchia caldea di Diyarbakir è attualmente sede vacante dopo la scomparsa dell’Arcivescovo Paul Karatash nel 2005 ed è affidata a Mons. Françoise Yakan che risiede ad Istanbul. Per quanto riguarda la chiesa di Sant’Hormisda a Mardin, invece, l’esiguità del numero delle famiglie non consente la presenza di un sacerdote caldeo ma, e questo è un vero e bellissimo segno di unità dei cristiani, la chiesa sarà curata da Padre Gabriel Akyuz, un sacerdote siro ortodosso che si occupa di tutti i cristiani, senza nessuna distinzione. Anche a Diyarbakir dove c’è una chiesa dedicata a Mar Pethion, martire del V secolo, succede lo stesso. La chiesa non è regolarmente in funzione ma viene visitata sia da cristiani che da musulmani ed è affidata alle cure di una famiglia armena mentre la Santa Messa di quando in quando viene celebrata da Padre Yousif, un altro sacerdote siro ortodosso. La Turchia è una nazione che porta evidenti i segni del cristianesimo che lì ha segnato molte ed importanti tappe della sua storia. Durante questo viaggio ad esempio ho avuto modo di visitare la tomba del vescovo Giacomo nella città di Nusaybin, l’antica Nisibis dove la tradizione vuole che nel IV secolo Sant’Efrem fondò una scuola filosofica e teologica che rivestì una grande importanza nella storia della chiesa d’oriente.”
La riapertura della chiesa a Mardin favorita dal governo turco si può quindi considerare come un piccolo passo della chiesa caldea non tanto verso i paesi occidentali della diaspora ma verso i suoi luoghi storici?
“Sì, un piccolo passo ma importante perché segno della possibile e pacifica convivenza in quelle terre di religioni e confessioni diverse nel segno di Dio e della collaborazione tra uomini.”