By AgenSIR
Daniele Rocchi
Catechismo e liturgia: sono due “temi vitali” sui quali, secondo il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, dovrebbe concentrarsi l’imminente sinodo sulla sinodalità che si svolgerà in Vaticano dal 4al 29 ottobre.
In una riflessione, fatta pervenire al Sir, il patriarca auspica una “formulazione del catechismo, espressione della fede, con parole semplici e comprensibili e con un vocabolario accuratamente selezionato, simile a quello che gli apostoli e i primi Padri fecero con l’insegnamento di Cristo nella loro predicazione”.
La Chiesa, sottolinea il patriarca, “deve parlare di Dio con audacia, soprattutto alle nuove generazioni in modo che non vacillino, nonostante le difficoltà e le sfide”. Sfide che riguardano sii i cristiani occidentali che quelli orientali: “I cristiani in Occidente vivono adattandosi alla loro società, che garantisce loro la libertà, nonostante il suo orientamento verso il pieno liberalismo laico, lontano dei valori religiosi, mentre in Oriente i cristiani vivono in uno stato di esclusione e persecuzione a causa di correnti ideologiche estremiste”.
Per quanto riguarda la liturgia, spiega Mar Sako, “l’antica liturgia e le antiche leggi portano il nucleo di una nuova liturgia, di nuove leggi e di nuove strutture che conservano fedelmente il deposito della fede e tengono in debita considerazione le esigenze del momento presente. La storia infatti costituisce una catena continua e l’esperienza degli antenati è una lezione da preservare”.
La Chiesa, “Madre e Maestra, che rappresenta Gesù e la sua autorità”, per il cardinale “deve rendersi conto di ciò che accade oggi nel mondo, affinché sappia predicare Gesù Cristo e instillare la fede nel cuore e nell’anima dei credenti in modo che possano attingere a Lui e preservare la loro dignità e identità. La Chiesa è fatta dai credenti”. Per questo motivo, scrive il patriarca Sako “la Chiesa deve essere attenta allo spirito del Vangelo, aperta al bisogno del mondo di fede, di amore, di bontà, di pace, di gioia e di speranza, dell’amore paterno di Dio e capace di ritornare costantemente alla sua memoria viva per chiarire la visione, comprendere gli errori e correggerli, citando, ad esempio, gli scismi antichi e attuali. La memoria – conclude – ci aiuta a stare in questa storia sacra e a fare crescere la comunione”.
In una riflessione, fatta pervenire al Sir, il patriarca auspica una “formulazione del catechismo, espressione della fede, con parole semplici e comprensibili e con un vocabolario accuratamente selezionato, simile a quello che gli apostoli e i primi Padri fecero con l’insegnamento di Cristo nella loro predicazione”.
La Chiesa, sottolinea il patriarca, “deve parlare di Dio con audacia, soprattutto alle nuove generazioni in modo che non vacillino, nonostante le difficoltà e le sfide”. Sfide che riguardano sii i cristiani occidentali che quelli orientali: “I cristiani in Occidente vivono adattandosi alla loro società, che garantisce loro la libertà, nonostante il suo orientamento verso il pieno liberalismo laico, lontano dei valori religiosi, mentre in Oriente i cristiani vivono in uno stato di esclusione e persecuzione a causa di correnti ideologiche estremiste”.
Per quanto riguarda la liturgia, spiega Mar Sako, “l’antica liturgia e le antiche leggi portano il nucleo di una nuova liturgia, di nuove leggi e di nuove strutture che conservano fedelmente il deposito della fede e tengono in debita considerazione le esigenze del momento presente. La storia infatti costituisce una catena continua e l’esperienza degli antenati è una lezione da preservare”.
La Chiesa, “Madre e Maestra, che rappresenta Gesù e la sua autorità”, per il cardinale “deve rendersi conto di ciò che accade oggi nel mondo, affinché sappia predicare Gesù Cristo e instillare la fede nel cuore e nell’anima dei credenti in modo che possano attingere a Lui e preservare la loro dignità e identità. La Chiesa è fatta dai credenti”. Per questo motivo, scrive il patriarca Sako “la Chiesa deve essere attenta allo spirito del Vangelo, aperta al bisogno del mondo di fede, di amore, di bontà, di pace, di gioia e di speranza, dell’amore paterno di Dio e capace di ritornare costantemente alla sua memoria viva per chiarire la visione, comprendere gli errori e correggerli, citando, ad esempio, gli scismi antichi e attuali. La memoria – conclude – ci aiuta a stare in questa storia sacra e a fare crescere la comunione”.